La giornata sui mercati azionari si sta svolgendo come previsto. Nel giorno delle cosiddette 3 streghe, gli azionisti, come sempre, si mantengono cauti. Ma se la cautela, in passato, era d’obbligo in giornate caratterizzate dalle scadenze tecniche, adesso è una vara e propria parola d’ordine. Soprattutto visto il panorama internazionale che oggi registra un altro evento particolarmente importante, il discorso di Vladimir Putin alla Nazione, nell’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea alla Russia.
Durante questo discorso, tra l’altro caratterizzato da un’interruzione dovuta, ufficialmente, ad un guasto tecnico, lo zar ha confermato di “voler portare a termine tutti i piani”. Intanto, tra scadenze tecniche, petrolio e prospettive di guerra che potrebbero non allentarsi, i listini hanno accentuato la debolezza dimostrata in apertura. In particolare, il Ftse Mib intorno alle 15, perdeva lo 0,4% mentre i futures di Wall Street giravano anch’essi in negativo. Sul fronte finanziario internazionale, intanto, S&PGlobal Ratings ha deciso di tagliare ulteriormente il rating della Russia.
Intanto si rincorrono conferme e smentite sul pagamento dei 117 milioni di dollari effettuato dalle autorità moscovite. In un primo momento i creditori esteri avevano dichiarato di non averlo ricevuto. La causa sarebbe stata attribuita agli impedimenti tecnici derivanti dalle sanzioni contro la Russia. In queste ore, però, la stampa internazionale sottolinea, almeno per il momento, lo scampato pericolo di default per Mosca e la conferma dell’avvenuto pagamento.
Tra scadenze tecniche, petrolio e prospettive di guerra i mercati si presentano in ordine sparso
Intanto alcune dichiarazioni da parte statunitense hanno fatto trapelare la possibilità di una minaccia nucleare russa. Si tratterebbe, in pratica, di un pericolo che potrebbe scattare qualora il prolungarsi del conflitto dovesse diventare realtà. Ad appesantire il clima, inoltre, ci si è messo anche il barile. La situazione altalenante sul fronte russo-ucraino, ha portato il petrolio ad avere un atteggiamento ondivago. Sebbene sia il Brent che il Wti si mantengano oltre la soglia dei 100 dollari al barile, sembra che le prossime quotazioni saranno caratterizzate da una certa volatilità. In tutto questo è arrivato anche l’allarme dell’Agenzia internazionale per l’energia che ha avvertito del possibile arrivo di una grave crisi di approvvigionamento. Sul fronte dei rating sui singoli titoli, invece, Société Générale consiglia l’acquisto di alcuni nomi come BP, Eni, Repsol, aiutati anche dai buoni fondamentali.