Titoli di Stato italiani a rischio per la decisione della Corte tedesca

minute della BCE

Per i titoli di Stato italiani questa è una settimana da brividi. L’8 maggio due delle 4 maggiori agenzie di rating, Moody’s e DBRS rilasceranno il giudizio sul debito sovrano nazionale. Un declassamento di una delle due, ma specialmente della prima, farebbe salire nuovamente lo spread creando tensioni sui prezzi dei nostri titoli di Stato. Ma oggi è attesa anche un altro appuntamento di grande importanza: la sentenza della corte costituzionale tedesca sul Quantitative Easing della BCE. Vediamo di cosa si tratta e perché i titoli di Stato italiani sono a rischio per la decisione della Corte tedesca.

Cosa si attende?

Oggi la Corte Costituzionale Tedesca si pronuncerà sulla legittimazione del Quantitite Easing. Il QE fu varato nel 2012 dall’allora presidente Mario Draghi per fronteggiare la speculazione contro l’euro. E’ un meccanismo che consente alla Banca Centrale Europea di acquistare illimitatamente obbligazioni sovrane dell’Eurozona sul mercato secondario.

Oggi la Corte tedesca non si pronuncerà sulla legittimità del Quantitite Easing. La decisione dei giudici riguarderà la legittimità della partecipazione al QE dalla Bundesbank, la Banca Centrale tedesca. Ovvero se sia costituzionalmente corretto per la Bundesbank concorrere, assieme alle altre banche centrali, al programma di acquisti illimitati.

Titoli di Stato italiani a rischio per la decisione della Corte tedesca.

Cosa può causare la decisione negativa?

La Corte non ha competenza sulla legittimità del programma della BCE ma può obbligare la Banca di Berlino a non partecipare più al programma. Questo non fermerebbe il QE ma, essendo la Bundesbank la principale banca dell’Eurozona, questa decisione creerebbe molte difficoltà alla BCE. Non solo, non darebbe un bel segnale ai mercati.

Se la Corte costituzionale tedesca si pronunciasse in modo negativo si innescherebbe immediata turbolenza sui mercati obbligazionari, in particolare sui nostri titoli di Stato. Infatti l’Italia più di altri Paesi gode dell’acquisto illimitato delle proprie obbligazioni da parte della Banca Centrale Europea. Acquisti che in queste settimane di crisi tengono sotto controllo il divario di rendimento tra BTP e Bund attorno ai 200 punti base. Se la Banca Centrale tedesca fosse costretta a ritirarsi dal programma, potrebbe arrivare una valanga di vendite sui BTP e lo spread potrebbe schizzare verso l’alto.