Per ogni cosa c’è il suo tempo e per i titoli di Stato italiani il tempo giusto per gli acquisti pare passato.
Con l’asta odierna anche i CTZ sono passati a rendimento negativo così come già accade da tempo per i BOT.
Il ministero del Tesoro ha infatti pubblicato l’esito delle fasi preliminari dell’asta, le cosiddette audizioni, programmate per questa mattina, che prevedeva il collocamento dei CTZ al 2021 e dei BTP al 2041.
Asta titoli di stato: risultato eccellente!
Infatti l’undicesima tranche del CTZ con scadenza al 29 giugno 2021 e codice ISIN IT0005371247 collocata stamani, ha fatto il botto con un tutto esaurito pieno a fronte di un’offerta comunque corposa da 1,5 miliardi di euro.
Il prezzo medio di aggiudicazione dell’emissione è risultato uguale a 100,415.
Questo grazie alla fortissima domanda che ha raggiunto quota 2,978 miliardi di euro, quindi col rapporto di copertura a 1,99 praticamente il doppio dell’offerta!
Con questo prezzo di collocamento ovviamente il rendimento è passato in territorio negativo, vale a dire -0,236%.
Ottime notizie dunque per il nostro Tesoro con il costo del debito sceso di ben 24.4 basi point rispetto al collocamento precedente dello stesso strumento.
Anche i rendimenti dei BTP in calo
Più o meno lo stesso esito per l’asta dei BTP scadenza 15 settembre 2041 (ISIN IT0004545890)
Offerti dal Ministero 450 milioni interamente collocati, con cedola al 2,50% e prezzo di emissione a 138.40 quindi con rendimento lordo allo 0,67%.
Una goccia rispetto a quanto incassabile solo pochi mesi fa.
Si noti che il rendimento è sceso di ben 134 punti base rispetto al 2,01% dell’asta precedente! Una enormità!
Titoli di Stato: cosa attendersi ora
Fermo restando che non ha senso comprare titoli di Stato a rendimento negativo, direi che ormai ha poco senso anche impegnarsi su scadenze così lunghe a fronte di rendimenti che nemmeno avvicinano l’inflazione.
D’altronde non è detto che poi i rendimenti debbano risalire in tempi brevi.
Quindi chi è dentro è dentro chi è fuori deve cercarsi alternative.
Magari (coi dovuti dosaggi) tra quei corporate USA di cui si è scritto.
Disney, Coca Cola (KO), United Airlines e soprattutto Apple paiono aziende meritevoli di fiducia.