Sono in arrivo tempi duri per le pensioni dopo la fine di Quota 100. La riforma dei trattamenti previdenziali non sembra possa garantire condizioni migliorative agli aspiranti pensionati. Anzi, tutt’altro. Dai Paesi Europei giunge chiaro e forte il monito a tagliare le spese pensionistiche e quelle relative alle misure assistenziali a sostegno della povertà. Il Governo italiano sta ricevendo pressioni e allo stesso tempo l’invito a direzionare altrove le già scarse risorse finanziarie. Sono pertanto in bilico le sorti delle pensioni che, con ogni probabilità, pagheranno il prezzo della crisi economica legata all’epidemia di Covid-19.
Nell’articolo “Quanto si perde di pensione con Quota 100?” la Redazione risponde ai lettori che si interrogano sulla convenienza di questa misura pensionistica. Lo strumento Quota 100 fornisce la possibilità al contribuente di accedere con qualche anno di anticipo al trattamento previdenziale. Ciò tuttavia a fronte di una decurtazione del rateo pensionistico mensile. Per cui occorre valutare la convenienza dell’opzione Quota 100 in riferimento ai singoli casi e alle specifiche esigenze del richiedente. Di sicuro e al di là del potenziale vantaggio che riserva a chi ne approfitta sono in arrivo tempi duri per le pensioni dopo la fine di Quota 100. Alla naturale scadenza di questa sperimentale misura pensionistica potrebbero profilarsi condizioni peggiorative per chi sta per andare in pensione.
Tempi duri per le pensioni dopo la fine di Quota 100
Con la fine del 2021 viene meno per i contribuenti la possibilità di percepire l’assegno pensionistico a partire dall’età di 62 anni. Ciò perché Quota 100 garantisce l’accesso alla pensione con 38 anni di contributi e 62 anni di età. Quando a fine 2021 verrà meno quest’opportunità i lavoratori potranno inoltrare richiesta di pensionamento non prima del compimento di 67 anni di età.
La misura sperimentale del prepensionamento ha attirato vivaci critiche sin dall’inizio e attualmente rappresenta il perno attorno a cui ruota la riforma. Di sicuro i prossimi aspiranti pensionati non potranno godere di un anticipo pensionistico perché gli attuali orientamenti mirano ai tagli sulle misure previdenziali.