Technogym resiste all’impeto del coronavirus

Technogym

Technogym resiste all’impeto del coronavirus. L’azienda guidata da Nerio Alessandri ha chiuso il primo trimestre del 2020 con una flessione contenuta, scontando gli effetti del lockdown nel settore business to business. In crescita invece il segmento home fitness, che porterà un contributo positivo anche nel prosieguo dell’anno.

Le chiusure forzate imposte dai governi hanno costretto a casa molte persone, aumentando la necessità di esercizio fisico e wellness. Le prospettive di ripresa sembrano esserci: in Cina molti centri fitness hanno riaperto i battenti mentre gli altri fitness clubs del mondo sono già pronti ad operare in sicurezza.

Alla luce della crisi, Technogym (MIL:TGYM) ha già pensato ad un’operazione di contenimento costi per difendere la redditività.

Technogym: ricavi in calo dell’11,2% nel 1° trimestre 2020

L’azienda di Cesena che opera nel settore delle attrezzature e tecnologie per il fitness e nel più ampio settore del wellness, ha chiuso i primi tre mesi del 2020 con ricavi consolidati in calo. Si è registrata una flessione dell’11,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. La discesa è stata dell’11,9% a cambi costanti. A pesare le misure di contenimento della pandemia che simmetricamente hanno messo in campo tutti i governi, colpendo tutti i settori industriali.

Nel periodo in questione si sono realizzate vendite per 116,8 milioni di euro contro i 131,5 milioni registrati nello stesso periodo del 2019.

Fatturato in aumento in Italia (+15,9%)

Risultati positivi per l’Italia, con una crescita del fatturato 15,9%, mentre le altre regioni presentano una contrazione. In Europa ha pesato la performance della Gran Bretagna, dove il tema Brexit continua a rappresentare un’incertezza per gli operatori economici. Male anche la Russia mentre hanno registrato risultati positivi Francia e Germania.

In Asia particolarmente colpita la Cina mentre in Nord America c’è stato uno slittamento di ordini da parte di alcuni clienti principalmente nel segmento Club.

La politica di selezione della clientela ha comportato risultati deboli nei Paesi emergenti e in quelli dell’America Latina.

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