Tassi USA ago della bilancia o elemento di differenza con le altre Banche centrali? 

Piazza Affari

Ormai i 27mila punti non sono più un tabù per Piazza Affari che oggi in mattinata ha registrato, poco dopo le 11.30, 27.218 punti. Parallelamente Wall Street conferma il suo stato di grazia soprattutto con il Nasdaq in area 15.800 punti. Eppure l’attenzione si focalizza su quanto accadrà di qui a poco, proprio dall’altra parte dell’oceano con le prossime politiche monetarie a stelle e strisce. Tassi USA ago della bilancia o elemento di differenza con le altre Banche centrali? Una domanda che nasce dal fatto che i vari istituti sembrano essere orientati verso soluzioni differenti tra loro.

Rispetto a quanto previsto per la BCE (previsioni che, tra l’altro si sono avverate), la maggior parte degli esperti si aspetta, alla prossima riunione prevista tra martedì e mercoledì, una FED dall’atteggiamento più aggressivo. Infatti Jerome Powell, complici anche gli ultimi dati sull’inflazione e d una crescita che, almeno per gli USA sembra essersi consolidata, potrebbe annunciare già mercoledì la svolta. In altre parole i vertici della Banca centrale USA potrebbero già decidere di tagliare le misure di accomodamento messe in campo con l’arrivo della pandemia. Non solo, ma la comunità degli osservatori si aspetta una stretta sui tassi di interesse nel corso del prossimo anno. Il 2022, quindi, dovrebbe essere contrassegnato da ritocchi al rialzo del costo del denaro.

Tassi USA ago della bilancia o elemento di differenza con le altre Banche centrali?

Discorso differente, invece, per la Banca centrale europea. Non più tardi della settimana scorsa, infatti, Christine Lagarde ha confermato lo status quo rimandando eventuali decisioni, forse, alla riunione di dicembre. Ad anticipare tutti, invece, sembra essere la Gran Bretagna con la BoE ormai indirizzata, forse già alla fine dell’anno, verso misure che pongano un freno all’aumento dei prezzi. Aumento che, stando alle proiezioni di BlueBay potre raggiungere il +6% nel 2022.

In realtà, però, Londra deve giocare una partita anche con la Brexit e le sue conseguenze. Il che ha inevitabilmente aumentato le difficoltà cui dovrà far fronte. Partendo da questi presupposti è inevitabile porsi degli interrogativi sulle prossime politiche monetarie in arrivo. Fare dei parallelismi fra le varie realtà economiche mondiali è a dir poco inutile. Ma la curiosità nasce dal momento che i problemi che le investono sono, invece, gli stessi. Infatti l’inflazione è in aumento su entrambe le sponde dell’oceano mentre energy crunch e difficoltà di approvvigionamento sulle materie prime sono problemi addirittura mondiali.