I tassi di interesse negativi sono una scelta della BCE che non ha precedenti né nell’Unione Europea né nelle singole nazioni che ne fanno parte, riferendoci a quando esse disponevano della propria sovranità.
I tassi di interesse negativi dunque, come tutte le scelte rivoluzionarie, comportano il rischio del… non noto.
Ci si è avviati con sicumera spavalderia su un tratto di percorso macroeconomico sconosciuto in Occidente e non comparabile con la decennale esperienza giapponese.
Scriviamo non comparabile coi tassi negativi giapponesi con la quasi certezza che le modalità con cui a Tokio si stampano Yen non corrispondano alle modalità con cui vengono erogati euro, ovvero soltanto in cambio di debito.
E questo nei giorni in cui si parla, finalmente di MMT, fa tutta la differenza del mondo.
Le banche ci provano
Certamente per le banche questo andazzo è di grande aiuto per rispettare le proprie scadenze di obbligazioni e strumenti vari più o meno tossici.
Allo stesso tempo però complica maledettamente la creazione di marginalità tra denaro raccolto e prestato.
Comprensibile dunque un certo malumore…ma fino a un certo punto…
Vediamo.
La proposta di scaricarli sulla clientela
Secondo l’AD di UNICREDIT il costo dei tassi di interesse negativi della BCE dovrebbe essere trasferito dalle banche ai singoli clienti e correntisti.
Così d’acchito ci potrebbe anche stare ma poi ragionandoci la cosa non ha senso per due motivi:
1 dalle carte che hanno accompagnato l’ultimo taglio dei tassi si evince che la BCE potrà esonerare le banche dal pagare il tasso negativo sui propri depositi, ergo queste nulla hanno da scaricare sulla clientela!
2 non si capisce perché la politica dei tassi di interesse negativi debba essere scaricata sui clienti visto che se a questo punto si è arrivati è stato proprio per salvare le banche!
Senza contare che nella fase della lotta ai contanti, peraltro alquanto discutibile, disincentivare i depositi è un totale controsenso.
Tassi di interesse negativi: un problema di bilanci
Mustier poi ha spiegato al questione da un’angolazione “bilancistica” che ha maggiore senso ma andiamo a vedere come e perché, comunque, il rimedio non è caricare la clientela:
“Sarebbe estremamente importante che i tassi negativi non si fermassero nei bilanci bancari. È importante che la BCE dica alle banche: per favore passate i tassi negativi ai vostri clienti”.
Quindi il problema è che il costo del negativo va a impattare sui già spesso magri bilanci bancari.
Be’ al di là del carico contabile che la BCE si è ripromessa di garantire alle banche 8che quindi non pagherebbero il negativo sui propri depositi) perché dunque non elidere definitivamente questa voce dai bilanci delle banche?
Insomma gli istituti di credito prendono il denaro a prestito a tasso sottozero e poi lo prestano alle proprie condizioni… e questo si sa …
Se invece di prestarlo o impiegarlo lo depositano nuovamente il tasso negativo viene eliso. Questa è la soluzione più logica!
Scaricarlo sulla clientela è e rimane ipotesi assurda.