Tassi su o tassi giù, cosa deciderà la FED o la BCE sui tassi?
Quante domande si pongono sempre gli analisti sui tassi decisi dalle varie Banche centrali e sui tassi di mercato.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT
I tassi di interesse influenzano ed assecondano il ciclo economico
Ma perché tutto questo interesse?
I tassi, a parte indicare le prospettive economiche di un Paese, in rialzo durante le fasi di particolare accelerazione economica, e viceversa, hanno un impatto rilevante sulla valutazione di diversi asset, azioni, obbligazioni, immobili.
Esaminiamo, quindi, l’impatto che i tassi possono avere innanzi tutto sulle azioni.
Un modello econometrico particolarmente diffuso nel mondo anglosassone, e poi ripreso in ambito continentale europeo, è il dcf, o discount cash flow.
In italiano, attualizzazione dei flussi di cassa.
Tassi e azioni
Per le azioni si tratta di stimare i futuri flussi di cassa, rappresentati essenzialmente da utili di bilancio normalizzati al netto di componenti straordinarie, cui aggiungere costi non monetari, soprattutto ammortamenti.
Dopo aver stimato tali flussi futuri, in base a percentuali di variazione desunte da precedenti bilanci o in base a parametri medi del settore di appartenenza, ogni flusso dovrà però essere diviso (attualizzato) per un numero pari ad 1, cui aggiungiamo, in forma decimale, il tasso.
Quindi tale denominatore viene elevato a potenza per un numero pari all’anno di riferimento, quindi 1 il primo anno, 2 il secondo e così via.
Quindi a tale somma si aggiunge ancora un valore finale, a sua volta attualizzato.
Tassi e formula per valutare le azioni
La formula, quindi, è:
(SOMMATORIA (FL)/(1+T)^N)+VF/ (1+t) ^N.
Facciamo un esempio:
ipotizziamo, per semplicità, un flusso finanziario stabile pari a 100.
Diciamo che ipotizziamo di voler attualizzare tali flussi nei prossimi 3 anni.
Ed ipotizziamo anche che il valore finale sia pari a 200 (spiegherò nel prosieguo come stimare anche tale componente).
Il tasso è il 5 per cento.
Avremo quindi:
100/(1,05)^1+100/(1,05)^2+100/(1,05)^3+200/(1,05)^3.
Da questa semplice formula si comprende già, quindi, che più elevato è il tasso di attualizzazione, minore è il valore dei singoli flussi e quindi il valore complessivo dell’asset valutato, a parità di flussi finanziari proiettati.
Il valore finale di un’azione viene solitamente posto pari ad una media storica di un ratio come il p/e o si usa la formula della capitalizzazione di una rendita perpetua, che verrà spiegata nel prosieguo.
Solitamente i flussi per calcolare il fair value di un titolo azionario sono in numero di 5 o 10, pari cioè a 5 o 10 annualità di bilancio.
Altro metodo di stima è appunto la capitalizzazione di una rendita.
La formula è: utile/1+i.
Al posto dell’utile si può utilizzare il numero 1, ed in tal caso avremo il valore di p/e corrispondente al fair value del titolo azionario.
A sua volta, tale formula può far parte del calcolo del dcf, se usato per stimare il valore finale, da attualizzare a sua volta.
Notiamo quindi come ancora una volta elemento fondamentale che, alla pari degli altri, determina il valore di un asset, è appunto il tasso.
Solitamente nella formula della rendita perpetua si utilizza il rendimento dei bond statali decennali, come da modello utilizzato, in via ufficiosa, dalla FED, oppure, in base al modello cosiddetto FED modificato, il medesimo tasso, ma incrementato di un 5 per cento per il maggior rischio azionario.
Quanto al tasso da utilizzare per l’attualizzazione di flussi di cassa, vi sono varie scelte.
Personalmente concordo con quegli analisti che usano un tasso considerato privo di rischio, quindi sempre il tasso dei bond decennali, incrementato di un premio del 5 per cento.
Tassi: obbligazioni e immobili
Il metodo dell’attualizzazione dei flussi serve anche per stimare il corretto valore di un titolo obbligazionario.
In questo caso il valore finale sarà costituito dal valore di rimborso, mentre i flussi sono costituiti dalle singole cedole annuali.
Ma i tassi rivestono un rilievo fondamentale anche in ambito immobiliare.
Infatti due sono i principali metodi per la stima del corretto valore di un immobile.
Il metodo empirico si basa su valutazioni al metro quadro, basate sui prezzi applicati nelle compravendite di immobili, analoghi per caratteristiche a quello da stimare.
Si dovranno quindi considerare elementi come vetustà, zona di ubicazione, parametri ed eventuali pregi architettonici, ed altri ancora, che potranno influire sul prezzo base.
Ma un altro metodo si basa, ancora una volta, sulla capitalizzazione di una rendita perpetua.
In tal caso si tratta di definire il canone di locazione che solitamente viene applicato in analoghe tipologie di immobile.
Poi tale canone viene diviso per un tasso, desunto da tabelle, che aggiornano questi tassi applicati in varie aree geografiche, e che anche i periti giudiziari usano nel loro lavoro, ad esempio per immobili che vanno venduti nell’ambito di procedure giudiziarie.
Otteniamo quindi un calcolo del tutto analogo a quello che applichiamo in ambito azionario con la formula: 1/i, solo che al posto del numero 1 mettiamo il canone di locazione.
Abbiamo quindi visto che i tassi possono svolgere una duplice funzione.
Sia indicare il futuro dell’economia, ad esempio impiegati in strumenti come la curva dei rendimenti, sia essere utilizzati in molteplici modelli econometrici, per stimare il fair value di asset come azioni, obbligazioni, immobili.
Ovviamente prima di decidere un investimento su un determinato asset, non basta la valutazione del suo fair value e del raffronto tra questo ed il prezzo di mercato, ma occorre considerare una serie di altri elementi, ed anche usare una serie di accortezze, che potrebbero risolvere diverse situazioni problematiche.
Ne parlerò in un prossimo articolo.
Articoli precedenti di Gian Piero Turletti