Tasse su vendita terreno avuto in donazione: ultima sentenza della Cassazione
Lo scorso 4 giugno la Corte di Cassazione si è espressa in merito a una causa avente ad oggetto la vendita di un terreno donato dalla mamma ai figli. In particolare è stata presa in esame la parte relativa al pagamento dell’imposta sulla plusvalenza realizzata. Vediamo quindi cosa ha detto la Corte in merito alle tasse su vendita terreno avuto in donazione: ultima sentenza della Cassazione.
Antefatto
A marzo 2012 la Commissione tributaria regionale (Ctr) della Calabria respingeva il ricorso di una mamma contro l’avviso di accertamento ai fini Irpef relativo al 2001. Di mezzo c’era stata una plusvalenza (di €220.088,11) frutto di una cessione gratuita di un terreno edificatorio ai figli. Cioè la mamma alcuni anni prima aveva donato il terreno edificatorio (del valore di €232.405,61) ai figli i quali nella stessa giornata e dinanzi allo stesso giudice lo cedevano a una ditta edile. Le due transazioni avevano entrambe lo stesso importo (ossia €232.405,61). Poiché donazione e vendita avvenivano contemporaneamente, per l’Agenzia delle Entrate si ravvisava un chiaro disegno elusivo. Ossia conseguire un risparmio fiscale legato alla plusvalenza (il terreno era stato comprato per 15 milioni delle vecchie lire) realizzata e non pagare le tasse dovute. Successivamente l’atto impositivo era stato confermato dalla Ctp e Ctr calabresi. Di conseguenza la contribuente aveva proposto ricorso in Cassazione.
La sentenza n. 10561 del 4 giugno 2020
La risposta è giunta solo pochi giorni fa e nei fatti da ragione alla mamma. Quali sono state le ragioni di una simile decisione? Il punto 3.2. della sentenza n.10561 4/06/’20 della Corte chiama in causa la disciplina antielusiva dell’interposizione. E testualmente scrive: “In tema di accertamento rettificativo dei redditi non presuppone necessariamente un comportamento fraudolento da parte del contribuente. Essendo sufficiente un uso improprio, ingiustificato o deviante di un legittimo strumento giuridico”. Il quale “consenta di eludere l’applicazione del regime fiscale. In tale valutazione occorre, tuttavia, tenere conto nei rapporti tra genitori e figli della libertà di pianificazione della successione”. Quindi la Corte ha reputato non logico escludere la buona fede tra mamma e figli. E, prosegue, la contestualità del doppio atto (donazione e vendita) “non è una presunzione sufficiente a far scattare l’accertamento per elusione fiscale”.
Tasse su vendita terreno avuto in donazione: ultima sentenza della Cassazione
La Corte ha poi ravvisato come l’Agenzia delle Entrate non sia stata in grado di provare l’uso strumentale della donazione per evitare il pagamento dell’imposta. Né può reputarsi sufficiente – in sede di dimostrazione – la semplice sequenza temporale dei due atti. Ed aggiunge: “avrebbe potuto fornire al giudice di merito ulteriori elementi. Quali ad esempio il versamento di acconti al donante; la partecipazione di questi alle trattative per la permuta”. E tutti “idonei a far pensare all’assenza dello spirito di liberalità e alla strumentalità dell’operazione per evitare il carico fiscale della plusvalenza”. In definitiva asserisce l’accoglimento del ricorso. Scrive: “cassa la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, accoglie il ricorso introduttivo della contribuente. Compensa le spese dei precedenti gradi di giudizio e pone a carico dell’Agenzia delle Entrate le spese del giudizio di legittimità”.