Tartufo che bontà, ma quali sono le differenze tra quello bianco e quello nero? 

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Tartufo che bontà, ma quali sono le differenze tra quello bianco e quello nero? Per coloro che non sono nati nelle zone di produzione la differenza tra queste due categorie non è subito percepibile, almeno fino a quando non si arriva alla cassa.

Oltre che una forte differenza gustativa esiste un divario di prezzo non indifferente tra tartufo bianco e nero. Ma quali sono le reali differenze tra questi due ingredienti?

Il gusto più intenso

Partiamo dal presupposto che, contrariamente a quanto sembra suggerire il nome, è questo il tartufo con il gusto più intenso.

Infatti, il suo sapore è molto forte anche se addolcito da note mielose. Esistono due principali categorie di tartufo bianco. Il primo è chiamato tartufo bianchetto ed è diffuso in tutta Europa. È decisamente meno ricercato del tartufo bianco pregiato. Anche se si possono riscontrare zone di produzione di quest’ultima variante in Svizzera e Francia, la principale è in Italia, precisamente in Piemonte.

Il periodo di produzione più propizio è tra settembre a gennaio e i prezzi sono decisamente da capogiro. Può infatti raggiungere i 360 euro all’etto. Questo significa che per preparare in casa una spaghettata al tartufo dovreste spendere all’incirca 40 euro solamente per questo ingrediente.

Il tartufo nero

Esistono ben sette qualità di tartufo nero. Ma quello più ricercato è prodotto a Norcia ed è chiamato tartufo nero pregiato. Il suo sapore è nettamente più delicato di quello del tartufo bianco. E ciò incide anche sul costo e sulla versatilità. In media il tartufo nero cosata infatti tra i 40 e i 70 euro all’etto, ovvero quasi più che sette volte meno della sua controparte.

Si dimostra, inoltre, molto più versatile in cucina, in quanto utilizzabile in piatti quali la pasta alla norcina o il risotto al tartufo.

Ho quindi risposto ai vostri dubbi? O continuate a pensare “tartufo che bontà, ma quali sono le differenze tra quello bianco e quello nero?”