Svizzera: di nuovo porto?
Tanto tuonò che piovve… dice il detto. E in effetti la campagna dell’UE e delle agenzie di rating sta cominciando a dare i suoi frutti che manco ebbero il piacere di cogliere gli azionisti di Lehman Brothers premiata ancora da una tripla A ancora pochi giorni prima del default.
Mi si perdoni il paragone che io stesso ritengo blasfemo ma è utile per far capire che quanto non furono premianti e diciamo “attenti” i rating di allora tanto potrebbero risultare fuorvianti e penalizzanti gli indirizzi anti-italiani attuali.
Rinunciare a due/tre punti di rendimento sul debito italiano anche a breve medio termine per cercare soluzioni alternative all’estero ha certamente un senso in ambito di diversificazione e cautela patrimoniale.
Una fuga totale coi propri capitali dall’Italia in cerca di soluzioni poco remunerative e magari anche costosissime è soluzione probabilmente frutto di foga eccessiva.
Nel frattempo in Canton Ticino in Svizzera si stanno godendo questa nuova primavera di capitale italiani in cerca di un porto sicuro. O almeno così annunciano sul Corriere del Ticino.
Poi stabilire se è la classica manovra pubblicitaria per scatenare una tendenza ovvero una reale constatazione di quanto realmente sta accadendo è prematuro per stabilirlo con certezza.
E’ necessario comunque tenere presente due fattori di rischio oggettivi riguardo all’Italia. Precisato sopra che il rischio default appare lontanissimo si tratta di questo :
1 Un forte deflusso di capitali italiani dal debito pubblico italiano potrebbe spingere verso una mini patrimoniale sulle giacenze domestiche
2 il vero problema dell’Italia ( ma sia chiaro anche degli altri paesi UE) è quello delle banche.
Banche che le manovre della BCE, di mero riacquisto di debito pubblico e non di obbligazioni tossiche come accaduto appunto anche in Svizzera ,hanno lasciato ancora in balia dei mercati senza metterle di nuovo in rotta di galleggiamento come accaduto per le competitors extra UE.
Banche che chi più chi meno hanno ricevuto aiuti più radicali e trancianti rispetto alle vecchie insolvenze cartolarizzate.
Pertanto il vero rischio da cui guardarsi non è tanto quello del debito pubblico italiano ma quanto quello degli istituti presso cui si hanno depositi bancari siano essi conti correnti o altre soluzioni similari.
I capitali italiani di risparmio privato sono ingenti, al top nel mondo. E’ assolutamente naturale che vi siano flussi e deflussi.
La Svizzera poi ha anche ritrovato un franco visto come valuta rifugio e anche su questo fronte potrebbe risultare ancora più appetibile.
Certo battere il rendimento dei BTP ce ne vuole… ma forse che non si possono comprare titoli italiani dalla Svizzera?