Il pilota dell’elicottero sul quale si schiantarono il 26 gennaio scorso Kobe Bryant ex stella Nba, sua figlia e altre 6 persone non aveva assunto droghe e alcol. È quanto emerso dall’autopsia ufficiale, i cui dati sono stati resi noti poche ore fa. Lo schianto avvenne in California, nel territorio di Calabasas e fu fatale per tutti i membri del velivolo. Ara Zobayan, il pilota sul quale era stata puntata l’attenzione dei media, era perfettamente lucido alla guida dell’elicottero. Ora, finalmente svelata l’autopsia dei componenti dell’elicottero di Kobe Bryant, si è anche capito che la morte è giunta immediata per tutti a causa dei traumi riportati.
Kobe assumeva metilfenidato di marca Ritalin
L’autopsia sul corpo dell’ex leggenda della pallacanestro mondiale ha anche svelato tracce di un farmaco di solito usato per i bambini. Si tratta del Ritalin, adatto al disturbo da deficit di attenzione e iperattività, detto ADHD. Il suo principio medico attivo, il metilfenidato, aiuta l’attività cerebrale, migliora la soglia di attenzione e placa gli sbalzi d’umore. In un certo senso una sorpresa, una volta svelata l’autopsia dei componenti dell’elicottero di Kobe Bryant. Infatti, questo farmaco, dietro prescrizione psichiatrica, viene somministrato ai bambini dai 6 ai 14 anni e raramente oltre. In alcuni casi però è indicato anche per gli stati depressivi o da stati di iperattività che portano alla mancanza di sonno.
Kobe e il suo legame con l’Italia
Kobe Bryant aveva un legame fortissimo col nostro paese, tanto da parlare correttamente l’italiano. Merito di suo padre, Joe, altro talento cestistico, che aveva militato in squadre italiane a fine anni Ottanta. Dal 1984 al 1991, infatti, il padre di Kobe aveva giocato a Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia. Queste tappe della carriera del padre, hanno permesso al piccolo Kobe, arrivato in Italia a 6 anni, di imparare non solo l’amore per il basket, ma anche quello per il nostro paese. Adorava infatti sempre parlarne bene, concedendosi a molte interviste di emittenti della penisola. Amava la nostra cucina, la gente, l’arte, i musei, i paesaggi. E, appena poteva, tornava a fare visita al nostro splendido paese.
Antidepressivi naturali
L’autopsia di Kobe, svelando la sua dipendenza da farmaci antidepressivi o comunque calmanti, ha riportato alla luce la questione degli ansiolitici. In Italia soffrono di depressione 2,8 milioni di persone. Oltre ai farmaci specifici, sempre sotto guida medica, si possono utilizzare erbe naturali quali: melissa, biancospino, valeriana e passiflora. Sistemi conosciuti e usati da Greci e Romani dell’antichità. Tra gli alimenti, dopo diverse ricerche, sono stati trovati utili il salmone, le uova, gli anacardi, gli spinaci e gli asparagi. Merito delle vitamine contenute, ma anche di ferro e zinco che andrebbero a compensare alcune carenze tipiche degli affetti da depressione.
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