Superbonus ristrutturazioni, ecco le zavorre da evitare

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Superbonus ristrutturazioni ecco le zavorre da evitare.

L’Agenzia delle Entrate ha emanato la circolare 24/E/2020 fornendo molti chiarimenti sulla fruibilità del bonus 110 per cento introdotto dal Decreto Rilancio. Alcuni aspetti sono poco evidenziati ai contribuenti e stanno creando dubbi e qualche delusione. Ecco, con l’aiuto degli esperti della redazione Diritto e Fisco di ProiezionidiBorsa, alcune zavorre da conoscere. Con le quali potrebbero doversi confrontare soprattutto coloro che possiedono un immobile di costruzione non recente.

La zavorra sull’uso dell’immobile

Per usufruire del bonus 110 per cento, un condominio deve risultare destinato prevalentemente all’uso abitativo. Dunque, se il 51 per cento delle unità immobiliari risulta occupato da studi professionali, laboratori o negozi, il contributo non spetta. Chi possiede degli uffici sfitti o con contratti in scadenza, sta valutando se mantenere o cambiare la destinazione d’uso. Chi ha investito in garage da affittare, in fatto di agevolazioni sui lavori da fare, risulta più avvantaggiato di chi ha investito in un negozio.

La zavorra sulla proprietà dell’immobile

Superbonus ristrutturazioni, ecco le zavorre da evitare. Il bonus 110 per cento non spetta sulle spese per le parti comuni, se l’edificio è indiviso tra vari proprietari. Per esempio, tra fratelli, cugini o tra genitori e figli. Chi non divide una proprietà, potrebbe non aver urgenza di identificare meglio il proprio patrimonio o non deve ristrutturare. Oppure l’immobile non è stato suddiviso e trasformato in condominio perché c’è un conflitto tra gli aventi diritto, è difficile la suddivisione. In questo caso, la zavorra migliora la situazione. Se si vogliono fare lavori agevolati, bisogna trovare l’intesa. La corsa agli accordi e a prenotare il notaio, il geometra e l’architetto per attuare quella divisione che pareva impossibile, è già scattata.

Superbonus ristrutturazioni, ecco le zavorre da evitare

Il bonus 110% per cento agevola gli edifici storici: sono ammessi anche solo interventi di tipo B, non trainanti. Bisogna però qualificare l’edificio su due classi energetiche. Ma se si decidesse di fare il cappotto del tetto o delle pareti esterne, resterebbe comunque anche il vincolo del 25 per cento da rispettare? In molti edifici storici spesso non si supera il 15 per cento. Su questo punto non c’è ancora un chiarimento definitivo. Inoltre, ci sono opere di tipo antisismico ammesse dal bonus e anzi caldeggiate dal Decreto Rilancio. Ma non v’è certezza che poi, per gli edifici storici, tali opere siano autorizzate dalla Sovrintendenza. O ammesse in tempo utile per usufruire del bonus. Perché gli interventi devono finire, necessariamente, entro il 2021.