Garantire la pelle o lo stipendio ai propri cittadini? Trovare prima il vaccino o salvare le imprese dall’implosione? Evitare tout court il contagio o dare la precedenza a parametri e rating? La questione è molto più complessa di quel si possa immaginare. Non è un fatto di: viene prima l’uovo o la gallina, ma 1) di non dare modo al Covid di fare altri immani danni, 2) evitare derive sociali, 3) non compromettere la sfera economica di nessuno. Non per attaccamento ai soldi, ma perché la serenità del portafoglio vuol dire benessere psico-fisico-mentale personale. Vediamo quindi alcune strategie possibili per fermare il Covid e dare respiro all’economia.
Il rapporto dell’Imperial College Covid-19
Le prime valide risposte macroeconomiche sono state adottate in questi giorni dalle Autorità fiscali e monetarie di mezzo mondo. Ma non appena il Sistema Sanitario Nazionale avrà decretato come superato l’attuale stato di emergenza (a maggio?) occorrerà avere sentieri pronti per ripartire. Che non sarà un: pronti, via! Il rischio di ricadute e la mancanza di farmaci e terapie imporrà una riapertura lenta e a scarto ridotto della macchina economica. Strategie possibili per fermare il Covid e dare respiro all’economia? Un formidabile studio al riguardo è il rapporto dell’Imperial College ) (“Team di Risposta al Covid-19”), che ha enucleato 13 possibili punti di ripartenza. Sintetizziamoli brevemente.
Per chi ritornerà al lavoro
Entriamo nel cuore delle strategie possibili per fermare il Covid e dare respiro all’economia. Le 13 direttrici del su citato rapporto si possono ricondurre alle seguenti aree d’intervento:
la fascia di lavoratori tra i 20 e i 49 (è qui il gruppo più vasto degli asintomatici) dovrebbe essere la prima a tornare al lavoro su base volontaria. Il loro basso rischio di incappare nella necessità delle cure ospedaliere, specie per le donne, depone infatti per un loro immediato “lasciapassare”. Ad essi tuttavia andrebbe chiesto il sacrificio di vivere temporaneamente lontani dagli anziani, dagli immunodepressi e da chi soffre di patologie polmonari croniche. Per il loro alloggio si potrebbero utilizzare gli alberghi attualmente inutilizzati. In tal modo un loro eventuale contagio preserverebbe gli uni e gli altri.
Tale loro “sacrificio” andrebbe tuttavia maggiormente ricompensato. Come? In primis garantendo loro un’assistenza sanitaria continuativa, basato su una combinazione di test sierologici e diagnostici. E ovviamente si dovrebbe garantire ad essi priorità nelle strutture sanitarie. In secondo luogo ci vorrebbero sostegni di natura economia. Tipo si potrebbe consentire di partecipare ai profitti delle imprese in cui lavorano. O, ancora, tagliare in maniera marcata il loro cuneo fiscale e rendere più ricche quelle buste paghe.
Smart working
Lo smart working dovrebbe invece essere la soluzione per i lavoratori più esperti ma più anziani. Si coniugherebbe l’esperienza degli uni e il basso rischio di contagio degli altri. Le imprese ripartirebbero, tutti avrebbero lo stipendio, lo Stato non sarebbe più in affanno. Anzi quest’ultimo dovrebbe attuare un sistema fiscale realmente redistributivo. Ossia prelevare da chi produce (tasse da profitti e contributi da chi lavora) per aiutare le attività che resterebbero ancora chiuse.
Ma il presupposto per eccellenza per ripartire sarebbe la riconversione di alcune realtà imprenditoriali per garantire forniture continue (mascherine, ventilatori, etc). E in tutte le aziende (come per il resto della società civile) le regole e le modalità operative dovrebbero essere rigide, chiare e soprattutto osservate. Altrettanto fondamentale sarebbe il rispetto e la tutela dei presupposti di sanificazione, l’obbligo di distanza e la garanzia delle giuste forniture.
Approfondire la conoscenza del Covid-19. La battaglia madre resta per ora sempre quella: più sappiamo del Covid-19, più aumenterà la possibilità di vincerlo. Il tampone per tutti al momento è improponibile. Oltre a fattori di costi e di tempi, si manderebbe al collasso il sistema sanitario italiano. Una valida alternativa potrebbe essere ad esempio quella di utilizzare app per tracciare le infezioni. Si raccoglierebbero dati importanti per inferire queste informazioni mancanti e aiutare la ricerca scientifica.
Le strategie possibili per fermare il Covid e dare respiro all’economia non mancano. Di certo occorrerà entrare nell’ordine di idee che non sarà percorso facile. O privo di insidie o di facile gestione. L’unica pratica facile sarà quella del “criticiccio” sterile e puerile. Per il resto, si tratta solo di iniziare a pedalare. La strada è lunga.