Con l’avanzare dell’età sarebbe opportuno prestare una maggiore attenzione alle buone abitudini, dato che è questa l’età in cui i primi effetti del tempo colpiscono. L’organismo non è più reattivo come una volta e, pertanto, alcune consuetudini andrebbero monitorate. Tra queste ci sono indubbiamente le abitudini a tavola di cui spesso abbiamo trattato mettendo in evidenza i vantaggi di una sana alimentazione. Se però, per alcuni i problemi da tenere in considerazione sono solo colesterolo e trigliceridi, nella seguente pubblicazione scopriremo che non è così.
Specialmente dopo i 50 anni diventa un disturbo comune ma pochi sanno che oltre al cervello danneggerebbe anche il cuore
Se è vero, infatti, che per mantenere in salute il fisico sia necessaria una sana alimentazione e la giusta quantità di moto, anche il sonno giocherebbe un ruolo chiave. Una cattiva qualità del sonno potrebbe compromettere la salute sotto diversi punti di vista, tra i quali lucidità e reattività del cervello. Il sonno, come suggeriscono gli esperti, potrebbe incidere in modo determinante sull’eliminazione e lo smaltimento delle molecole (amiloide) che si accumulano nel cervello con l’Alzheimer. Da alcuni studi sarebbe emerso, infatti, che il riposo fungerebbe da “spazzino” per il cervello ripulendolo da questi metaboliti. Inoltre, sarebbe stato rilevato che non è tanto la quantità di sonno ad incidere quanto la qualità. Infatti sembra che non solo chi dorme poco, ma anche chi dorme troppo potrebbe scivolare più rapidamente verso declino cognitivo e demenza.
Lo studio americano su 7.000 soggetti
Tuttavia, i potenziali danni di una cattiva qualità del sonno non si fermerebbero al cervello, ma anche all’apparato cardiovascolare. A confermarlo sarebbe stato uno studio svolto dall’Università della Florida del Sud su 7.000 pazienti sopra i 50 anni. Di questi si è monitorato il riposo notturno, mettendo in evidenza che chi non dorme bene o a sufficienza aumenterebbe dal 54 fino al 141% i rischi per il cuore. Dallo studio sarebbe poi emerso che le donne sono quelle con maggiori problemi a dormire, ma che gli uomini sono quelli più esposti a disturbi cardiaci.
Lo studio riguarda soggetti di mezz’età perché specialmente dopo i 50 anni cominciano più frequentemente i problemi di sonno ed una maggiore predisposizione a problemi cardiaci.
Sonno, tiroide e obesità
Gli esperti, infine, sottolineano anche come una cattiva qualità del sonno possa indurre più rapidamente verso problemi tiroidei e di obesità. In assenza di sonno il soggetto tende a mangiare e si compromette anche la produzione ormonale. Non solo infatti sarebbe alterata la produzione di ormoni anabolici ma, dormire meno di 6 ore a notte porterebbe alla produzione di cortisolo, ovvero l’ormone dello stress.
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