Sono possibili le previsioni dei grandi crolli e dei grandi rialzi sui mercati finanziari?

Portofino

Intendiamo approcciare, in questo articolo, uno dei temi da sempre più controversi, tra gli studiosi dei mercati finanziari.

La domanda di fondo è: cos’è che determina i prezzi di un mercato finanziario?

A tale quesito si sono date risposte diverse, che per semplificare possiamo ricondurre a due principali scuole di pensiero:
teoria dei mercati efficienti
teoria dei mercati tecnici.

Secondo la prima teoria, il mercato sconta tutte le informazioni economico-finanziarie disponibili, mentre i prezzi, in quanto tali, non avrebbero alcuna memoria del loro passato, in altri termini non si potrebbero trarre utili informazioni dal loro andamento e, quindi, chi utilizzasse l’analisi tecnica, non sarebbe in condizione di battere il benchmark, rappresentato dal mercato stesso.
Come sappiamo, questa teoria non corrisponde alla realtà, essendoci diversi sistemi sicuramente in grado di battere le performances ottenute dai cassettisti.

E’ senz’altro vero che le informazioni economico-finanziarie influenzano i prezzi, ad esempio di un indice azionario, ma i movimenti dei mercati finanziari non sono spiegabili solo da questo punto di vista, in quanto è come se avessero nel loro DNA una memoria dei precedenti movimenti, memoria che lega i prezzi di oggi a quelli anche di molti anni fa.
Questo spiega il perché l’analisi tecnica funziona e l’importanza dell’analisi frattale.

Semplificando, possiamo considerare questo tipo di analisi come essenzialmente basata sull’idea di movimenti dei prezzi che ripetono le medesime configurazioni nel breve, nel medio e nel lungo termine.

Tali tipi di configurazioni esistono anche in natura, come si può sperimentare per una foglia d’albero, o l’ago di un pino, o in un cristallo di ghiaccio,che in piccolo riproducono lo stesso disegno che l’oggetto osservato presenta su scala più grande.
Tale natura frattale è stata osservata anche nei movimenti dei mercati, e studiosi e matematici di fama internazionale hanno condotto ricerche approfondite in tal senso, e tra tutti ricordiamo il matematico Mandelbrot, recentemente scomparso.
Questo scienziato aveva ricercato dapprima metodi per calcolare i perimetri e l’area degli oggetti irregolari, così dando l’avvio ad una branca della geometria denominata geometria frattale.

Ma come applicare la teoria frattale ai mercati?

Molto semplicemente, cogliendo quei movimenti che, su base matematico-statistica, si riproducono costantemente, su più time frame, dal minore al maggiore.
Modestamente ProiezionidiBorsa ritiene di aver dato un suo fondamentale contributo a tale disciplina, tramite il metodo Top or Bottom.

Ragioniamo un istante:

a distanza di molti anni prima, non è possibile conoscere come sarà la situazione economica che riguarderà il futuro, eppure si possono comunque riuscire a determinare gli intervalli ciclici che rendono più probabile assistere a veri e propri crolli, piuttosto che a consistenti rialzi.

Come?
Tramite un particolare metodo di elaborazione dei frattali, che peraltro è in grado di ridisegnare se stesso, a fronte di eventuali modifiche determinate dai mercati stessi.

In questi casi, il frattale tiene conto degli input di movimento provenienti dalle forze della domanda e dell’offerta ed è come se la magica mano di un pittore invisibile ridisegnasse il dipinto finale.

Attenzione:

questo non significa che, necessariamente, dove il frattale presenta un punto vibrazionale di potenziale inversione, questa si verifichi, come non è detto che le inversioni si verifichino solo in questi punti, ma il frattale è in grado di auto modificarsi, tenendo conto di tutto ciò.

In pratica, osserviamo che in presenza di determinati punti ciclici vibrazionali, vi è una consistente probabilità d’inversione, ma dobbiamo poi ricercare la conferma di una potenziale inversione a partire dai cicli vibrazionali inferiori, che ci danno determinati segnali o meno.

E questo ci consente di capire, con molti anni in anticipo, dove probabilmente il mercato collasserà o riprenderà vigore.

Il metodo che esponiamo (non completamente, ovviamente, e chi lo desiderasse conoscere in tutte le sue parti potrà trovarlo nell’ebook Top or Bottom, dove parliamo di tradare per cicli interi) si basa sul time frame triennale.

Per applicarlo sulla piattaforma Prorealtime (piattaforma gratuita nella sua versione eod) è sufficiente selezionare “mesi” e digitare 36, dopo aver attivato il codice di top or bottom tra gli indicatori.

Infatti, la piattaforma non ha l’indicazione di time frame su più anni, ma si può sostituire con l’indicazione di 36 mesi.

Fatto questo ed implementato il codice top or bottom sulla piattaforma, è da precisare che questo sistema potrà essere applicato a mercati con una lunga banca dati, come gli azionari americani.

In pratica vediamo, ad esempio, che i grandi crolli, come le fasi di ripresa, si potevano prevedere anche con molto anticipo, trovandosi spesso in concomitanza con una barra OMISSIS, e laddove queste inversioni di trend non si sono verificate, pur in presenza di tali punti vibrazionali, i time frame inferiori al triennale, in particolare su base semestrale ed annuale, facevano da filtro dei prezzi, ed indicavano un’evidente automodifica rispetto alle proiezioni iniziali.

E veniamo ad alcuni esempi pratici:
NASDAQ:

sin da quando parte la banca dati disponibile, cioè dal 1984, si potevano ad esempio anticipare due importanti intervalli ciclici, in cui prevedere grandi crolli, 1998/2001 e 2008/2010.
Passiamo, quindi, ad osservare l’andamento del NASDAQ, ma su time frame annuale.
Osserviamo che effettivamente in tali intervalli ciclici si inseriscono grandi crolli, che interrompono il trend crescente di lunghissimo termine dell’indice.
Il NASDAQ scende dal 2000 al 2002, ed in tale intervallo i più brevi setup temporali annuali e semestrali avrebbero consentito di meglio definire i timing del trend ribassista e della successiva ripresa.
Nel periodo 2008/2010 assistiamo all’altro rilevante ribasso,sempre calcolato considerando il time frame triennale, mentre i setup semestrali/annuali definivano meglio la tempistica.
Ben possiamo dire che con molti anni di anticipo, la nostra analisi frattale ci consentiva di cogliere una sorta di resistenza temporale, contro la quale si sono infranti i prezzi.
Ed infatti, fuori di tali intervalli, non osserviamo analoghi crolli.
In chiave previsiva, possiamo ora dire che stiamo entrando in un’area crono-frattale con rilevanti probabilità di rialzo pluriennale, salvo automodifiche del Top or bottom.

S & P 500:
Individuiamo sul time frame triennale i setup frattali candidati ad un crollo di borsa negli intervalli 1999/2001 e poi nell’intervallo 2008/2010 (previsioni che si potevano formulare sin dal lontano 1948).
E puntualmente, osservando i setup sui time frame minori, semestrali ed annuali, abbiamo effettivamente assistito ai consistenti ribassi, che hanno interessato gli intervalli considerati, con una tempistica del timing più dettagliata collegata, appunto, a questi ultimi.
Puntualmente, l’analisi frattale ci indica anche i setup ciclici rialzisti, ad ancora una volta possiamo dire, salvo automodifica, che ci troviamo in un’area frattale di consistente valenza rialzista, per il lungo temine, in ottica pluriennale.

DOW JONES INDUSUTRIAL
Ad interrompere, con consistenti ribassi,il trend superciclico rialzista, erano candidati gli intervalli 2002/2004 e poi, dopo automodifica del frattale, il 2008/2010.
SI è invece verificato un consistente ribasso nel periodo 2000/2002, ma il frattale ci avrebbe segnalato questa inversione di trend tramite i time frame inferiori, e puntualmente, nell’intervallo 2008/2010, con una più esatta definizione del timing tramite setup di livello inferiore, si è verificato l’altro consistente ribasso, che ha interrotto il trend rialzista di lunghissimo termine.
Considerazioni del tutto analoghe valgono per il NYSE.
Come si nota, anche con molti anni di anticipo, si possono individuare setup ciclici d’inversione, che lasciano il segno negli annali finanziari, ma con un attento monitoraggio delle condizioni effettive dei mercati, offerto dalle potenziali automodifiche del frattale stesso.
Un frattale dunque dinamico con consistenti capacità previsionali, e tale da cogliere, però, eventuali mutamenti del trend in corso anche rispetto alle precedenti proiezioni.

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