Si rischiara l’orizzonte sul fronte dei colloqui tra Russia e Ucraina ma lo sguardo resta fissato alla FED

Ftse Mib Future

Qualcosa si muove sul fronte diplomatico. O per essere più precisi, le posizioni tra le parti sembra si stiano focalizzando verso compromessi concreti. Tanto è bastato alle Borse per salire e per riprendersi dai crolli, tanti, visti in queste settimane. Intorno alle 16, ad esempio, il Ftse Mib si aggirava intorno al 3% in territorio positivo. Ma non era l’unica realtà. Anche i futures di Wall Street apparivano ottimisti. Un ottimismo che si trasformava presto in realtà, all’apertura effettiva delle contrattazioni.

Si rischiara l’orizzonte sul fronte ucraino ma anche altri protagonisti dei mercati riescono a infondere un certo ottimismo. A dare una mano è stata anche la Cina e il supporto che le autorità finanziarie sembrano aver promesso all’economia. Non solo, ma anche le schermaglie tra Pechino e Washington potrebbero aver trovato un momento di calma. L’attesa, dunque, resta per le variabili che, attualmente, restano sul campo, in particolare per la Federal Reserve, che scioglierà ogni dubbio solo stasera (ora italiana) e per la Russia che deve ancora pagare alcune scadenze. Ma mentre nel primo caso i mercati già guardano a una stretta relativamente soft, pari a 25 punti punti base, con un’attesa che, come detto, non andrà oltre poche ore, per la Russia la situazione è più complessa e, probabilmente, più lunga.

Si rischiara l’orizzonte sul fronte ucraino ma lo sguardo resta fissato alla FED

Infatti i vertici di Mosca, per il pagamento degli interessi sui bond sovrani con scadenza 2023 e 2043, previsti in dollari (si parla di 117 milioni), potrebbero anche tentare di allungare i tempi. Infatti il default, come prospettato da Ficht, verrebbe ufficializzato solo dopo la scadenza dai 30 giorni di grazia, una sorta di periodo di garanzia, in cui l’emittente può ancora provvedere ad onorare l’impegno verso i creditori. Anche perché l’eventualità di un pagamento dei debiti ai creditori esteri, in rubli è reale. Un rublo che, tra l’altro, è anche debolissimo. La prima delle zavorre è stato senza dubbio lo scontro in Ucraina con le sanzioni che l’Europa e gli USA hanno decretato contro Mosca.

In tutto questo il petrolio resta ancora sotto i riflettori. Pur restando sempre in fase di rafforzamento, i prezzi non sembrano essere sottoposti a quella forza prorompente e in parte anche irrazionale dei giorni scorsi.