Settore turistico alberghiero in ginocchio, chiede misure urgenti per il rilancio

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Il coronavirus ha mandato un’economia intera in crisi, senza distinzione alcuna di aree geografiche o di dimensione operativa. Tuttavia si sta rilevando “più crudele” verso un tipico pezzo trainante dell’economia italiana. Stiamo parlando del settore turistico alberghiero in ginocchio, chiede misure urgenti per il rilancio, di se stesso e dell’indotto che coinvolge. Esso rientra nel più vasto mercato dell’economia del turismo, che in Italia vale circa il 15% del Pil. Il turistico alberghiero ne varrà circa la metà. Pensiamo a quanti ci lavorano come inservienti, camerieri, o addetti cucina o all’accoglienza, al trasporto persone e noleggio auto, etc. Sono numeri enormi. Già sono andati in fumo i guadagni di Pasqua e stessa sorte sicuramente sarà anche per i ponti del 25 aprile e Primo maggio. Ora l’’estate si avvicina e non c’è più tempo da perdere per non compromettere anch’essa.

Il vuoto nei decreti finora emanati

Alla delusione esogena del Covid-19 si aggiunge quella endogena del “silenzio legislativo” riscontrato nei due grossi decreti sin qui emanati. In entrambi vi è infatti una totale mancanza di misure ad hoc per il comparto turismo, mentre qualcosa è stata invece per la cultura. Forse perché si è pensato che la bella stagione fosse ancora lontana e quindi c’era tempo per intervenire successivamente? Non è dato saperlo. Di certo però “dimenticarsi” del turismo vuol dire dimenticarsi di milioni di lavoratori, tra fissi e stagionali. Andranno a lavorare all’estero? O si riconvertiranno in altri settori? O faranno tutti la domanda per il Reddito di cittadinanza?

Cosa si potrebbe fare

Il punto di partenza è fosco, al punto che la categoria ha chiesto lo stato di crisi del settore. C’è di fronte un settore turistico alberghiero in ginocchio, chiede misure urgenti per il rilancio di se stesso e del Pil nazionale. Solo misure coraggiose possono attenuare la caduta. Tra queste, i rappresentanti di settore chiedono l’introduzione di un bonus vacanza,  il taglio del cuneo fiscale, un sostegno economico strutturale per imprese e lavoratori di settore. Anche agli stagionali, che sono la stragrande maggioranza della forza lavoro. E poi ancora una riduzione delle percentuali di commissioni delle agenzie turistiche

L’aiuto che potrebbe dare l’Enit

Ma soprattutto si chiede un intervento serio da parte dell’Enit , l’Ente a cui è affidata la promozione del prodotto-Italia nel mondo. Il settore turistico alberghiero in ginocchio, chiede misure urgenti per il rilancio anche agli Enti nazionali di riferimento. Bisogna infatti lavorare sul recupero di immagine e credibilità del Paese all’estero in termini di sicurezza da contagio. L’Italia paga al riguardo il doppio prezzo di essere stato il primo focolaio dell’epidemia in Europa e di avere avuto comunque perdite enormi in termini di vite umane. Parallelamente, si dovrebbero emanare anche dei ferrei protocolli interni (nazionali). Cioè tutte le aziende di settore debbono garantire ai loro clienti i più alti standard di sicurezza sanitaria e ambientale.