Settimana con prevalenza del settore dei Finanziari, mentre utili record per i giganti tecnologici sembrano non entusiasmare particolarmente gli investitori

Wall Street

Settimana con prevalenza del settore dei Finanziari, mentre utili record per i giganti tecnologici, sembrano non entusiasmare particolarmente gli investitori. Vediamo cosa è successo  e cosa attendere nei prossimi giorni.

La scorsa settimana a Wall Street abbiamo assistito ad un ulteriore aumento delle quotazioni rispetto alla chiusura del venerdì precedente. L’indice S&P 500 è aumentato da 4.395,26 a 4.436,25, mentre l’indice Nasdaq è passato da 14.672,68  a 14.835,76. Entrambi gli indici sono molto vicini ai massimi storici. La volatilità è leggermente diminuita, con l’indice VIX che ha chiuso la settimana a 16,15 dollari.

Questa settimana appare contrastata dal punto di vista qualitativo. Infatti non vi è stata una netta prevalenza tra il comparto ciclico rispetto ai settori growth.

Il settore Finanziari ha registrato un aumento del 2,49%, Tecnologici 1,52%, Healthcare 0,93%, Servizi di Telecomunicazione 0,7%, Energetici 0,46%, Industriali 0,25%, Materie Prime – 1,27%.

Anche a livello mensile il panorama appare contrastato con i Finanziari a 4,27%, Tecnologici a 3,62%, Servizi di Telecomunicazione 3,04%, le Materie Prime a 2,97%, Healthcare 2,76%, Industriali 1,52%.

Negli ultimi 12 mesi la performance per settori appare anche contrastata come segue:

Industriali 47,85%, Finanziari 45,13%, Servizi di Telecomunicazione 44,97%, Tecnologici 36,13%, Materie Prime 34,94%, Healthcare 22,38%.

Settimana con prevalenza del settore dei Finanziari, mentre utili record per i giganti tecnologici sembrano non entusiasmare particolarmente gli investitori

Dai dati sopra riportati si nota che sia su un orizzonte settimanale che mensile ed annuale non vi è una netta prevalenza tra i settori ciclici ciclici (Materie Prime, Industriali e Finanziari) e quelli growth (Tecnologici, Telecomunicazioni e Healthcare). La situazione quindi appare decisamente contrastata.

A livello di singolo settore economico, si nota il balzo dei finanziari a livello settimanale. A causa dell’entità di questo aumento, anche la performance mensile ne è stata influenzata positivamente. Infatti i finanziari registrano la migliore performance come singolo settore, sia a livello settimanale che mensile. A livello annuale invece i finanziari sono secondi, preceduti dal settore industriale.

I rendimenti sui titoli di Stato sono risaliti leggermente rispetto ai minimi toccati all’inizio del mese di agosto 2021. La curva dei rendimenti è inclinata positivamente, e rispetto ad un mese fa, anche grazie a questi ultimi lievi rialzi, sembra essersi stabilizzata. Il decennale sul titolo di Stato americano ha chiuso la settimana ad 1,31%, dopo essere sceso fino ad 1,13% durante le prime sedute della settimana.

Il petrolio continua la sua discesa dopo i massimi toccati a metà luglio, chiudendo la settimana con il future su settembre 2021 a 67,83 dollari.

Conclusioni

I giganti tecnologici americani, con l’esclusione di Amazon, hanno annunciato utili record per il secondo trimestre 2021. Questo però non ha provocato reazioni euforiche tra gli investitori. Ci sembra dunque che i prezzi dei colossi High Tech scontassero già questi risultati. In queste situazioni, è difficile prevedere performances superiori rispetto ad altri settori nel prossimo futuro. Anzi, in questa situazione i rischi potrebbero essere più al ribasso. In caso di aumento dei tassi d’interesse infatti, questi titoli sarebbero i primi ad essere colpiti.

Inoltre segnaliamo ameno due criticità di tipo macro-fondamentale che potrebbero portare incertezza nelle prossime settimane.

L’incertezza sul fronte politico-sanitario. Manca ormai quasi un mese alla riapertura delle scuole ed all’arrivo dell’autunno. Questo periodo sarà il banco di prova per capire quanto aggressive possano essere le nuove varianti del virus. Inoltre si potrà finalmente valutare l’effettiva efficacia delle campagne di vaccinazione, e delle altre misure introdotte a livello politico – amministrativo.

La ripresa dell’occupazione

Come precisato nell’articolo precedente, nonostante misure di politica monetaria espansive come mai prima nella storia, non si è ancora raggiunta la piena occupazione. I mercati si trovano dunque intrappolati in un precario equilibrio. Da un lato, dati deludenti sull’occupazione segnalerebbero un’economia stagnante, dall’altro dati buoni sull’occupazione potrebbero portare la FED ad una riduzione della politica monetaria ultra espansiva prima del previsto.

Per ora questo precario equilibrio sembra tenere, ed i mercati hanno premiato questo scenario. Nelle prossime settimane sarà importante tenere d’occhio l’evoluzione di questi fattori.