A volte ci sono delle cose che molti ignorano semplicemente perché fanno parte di storie del passato. Alcune sono poi talmente irreali che sembra difficile immaginare che possano essere vere. Non c’è da meravigliarsi perciò se sembra una favola, eppure non gli Americani bensì gli Italiani hanno inventato il primo computer.
Invenzioni made in Italy
Nei film western l’oggetto più utilizzato è il revolver, più conosciuto come la Colt. Eppure l’autore di questa invenzione non fu Samuel Colt, bensì un italiano. Tre anni prima che Colt potesse inventare la sua pistola a tamburo, nel 1833 fu il sardo Francesco Broccu che l’inventò. Tuttavia l’italiano non pensò di brevettare la sua pistola.
Un’altra grande invenzione attribuita ad un americano d’origine scozzese è quella del telefono. Tutti considerarono Alexander Bell l’inventore del telefono. Solamente nel 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto all’italiano Antonio Meucci la paternità dell’invenzione.
Sembra una favola eppure non gli Americani bensì gli Italiani hanno inventato il primo computer
Ebbene una storia simile è avvenuta anche per quella che è la macchina che ha determinato uno sconvolgimento nella società moderna, cioè il computer. La maggior parte delle persone, infatti, è convinta che il computer sia un’invenzione americana. D’altronde come poter dare loro torto, visto che le grandi aziende produttrici di computer e anche di linguaggi informatici sono tutte d’Oltreoceano.
Bisogna dire, però, che nel 1943 gli Inglesi inventarono una macchina complessa e automatizzata di calcolo. Una prima idea di calcolatore che permise di decodificare i codici segreti dell’armata tedesca.
In effetti il computer è un’invenzione italiana. Fu realizzato nel 1960, grazie ad un’intuizione del grande fisico mondiale Enrico Fermi. Furono coinvolti in questa avventura sia i ricercatori dell’Università di Pisa, sia i giovani ingegneri del gruppo Olivetti che in quell’epoca si occupava di calcolatrici e di macchine da scrivere.
La nascita del computer
Fu proprio Adriano Olivetti che andò in America a cercare un giovane ingegnere italiano di grandi capacità. Di padre cinese e di madre italiana, si prese carico del progetto. Era una mente brillante, molto apprezzato in America dove insegnava all’Università fin subito dopo la giovanissima laurea. Ebbene con la collaborazione dell’Università di Pisa, le conoscenze tecniche del gruppo Olivetti e la mente brillante dell’ingegnere Mario Chou, vennero fuori due computer.
Non bisogna credere che queste macchine fossero piccole come quelle che abbiamo oggi sulla scrivania. Erano macchine enormi, che funzionavano una a valvole e l’altra con dei primitivi transistor. Tuttavia questi due computer progettati uno per l’Università e l’altro per l’industria funzionavano meravigliosamente.
Purtroppo la morte improvvisa di Adriano Olivetti e dopo due anni quella dell’ingegnere Mario Chou rappresentarono un duro colpo per il futuro del progetto. Fu così che maldestramente si decise di vendere quella tecnologia agli Americani, i quali non si lasciarono scappare l’occasione per diventare i leader mondiali di questo settore.
Oggi il computer è uno strumento utile in tutto il Mondo e anche grazie agli Italiani.
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