Chi è in balia dello stress, dell’ansia, della paura e della troppa eccitazione, può migliorare le cose lavorando sul respiro, con esercizi semplici e dal risultato immediato, come l’apnea a secco. Ma prima di provarla, ecco come misurare il proprio ritmo di respiro.
Conta gli atti respiratori
Il primo passo è semplicissimo. Da soli o con l’aiuto di una persona che ci osserva, bisogna contare gli atti respiratori compiuti in un minuto. Meglio se nel frattempo si è distratti da un’attività collaterale come guardare la tv o scrivere al pc. Infatti, se ci si concentra sul respiro, inevitabilmente la frequenza cambia.
Il test di Maric
Questo test serve a misurare il tempo che il corpo (in particolare il cervello e il diaframma) impiega a reagire alla mancanza d’aria. Si inizia con un respiro normale, poi si compie una lunga espirazione e ci si tappa il naso con le dita per impedire all’aria di entrare nei polmoni. Quando si fa partire il cronometro inizia l’apnea consapevole. Al primo disagio si può stappare il naso, fermando il cronometro e riprendere a respirare senza affanno. Bisogna misurare il numero di secondi di apnea che si riescono a tenere. Dipendono dal tasso di anidride carbonica che il corpo riesce a tollerare.
Sei stressato? Scoprilo con l’analisi del respiro
Ecco i risultati di queste prove di respiro. Se la resistenza in apnea varia tra 0 e 10 secondi, si possiede una frequenza respiratoria molto superficiale, indice di stress. Ma bisogna andare dal medico solo se la resistenza scende verso i 5 secondi. Tra 10 e 20 secondi, va tutto bene. Si conduce una vita regolare, con attività fisica saltuaria, che magari si potrebbe aumentare. Un controllo del respiro tra 20 a 40 secondi segnala un buon controllo mentale e delle emozioni e una buona attività fisica.