“Ave Maria” è tornato purtroppo. A distanza di due anni e, ancora una volta, in concomitanza col ponte dell’Immacolata, questo virus è tornato a colpire nuovamente. E, in maniera devastante, come fece nel 2018. Segniamoci il nome di questo virus nascosto nella posta elettronica e in grado di rubare il nostro profilo e tutti i nostri dati personali. Tecnicamente è un “trojan infostealer”, che indica un virus in grado di rubare i dati informativi. Non solo ma è nascosto, come i greci nel cavallo di Troia. Vediamo assieme ai nostri Esperti della Redazione cos’è e come difendersi.
Perché Ave Maria
Questo virus deve il suo nome, non solo al periodo coincidente del calendario liturgico, ma anche al breve testo, Ave Maria, che sblocca l’invio dei nostri dati sensibili. È contenuto all’interno della posta che riceviamo, ma, soprattutto nei suoi allegati. Dobbiamo fare particolarmente attenzione alla posta che riceviamo e che potrebbe richiederci i classici dati sensibili della nostra quotidianità. Quando colpì per la prima volta nel 2018, si nascondeva all’interno di alcuni fogli di Excel. Il guaio è che iniziò a divulgarsi nella posta di alcune aziende e di quelle dei suoi dipendenti.
L’inganno ben architettato
Segniamoci il nome di questo virus nascosto nella posta elettronica e in grado di rubare il nostro profilo attraverso un inganno davvero astuto. I malcapitati che avevano ricevuto questi allegati si trovarono a dover inserire delle credenziali personali per sbloccare dei semplici fogli di lavoro. Una volta forniti user name e password e aperti gli allegati, come fecero Ulisse e i suoi uomini, così Ave Maria esce dal nascondiglio e irrompe nel nostro computer.
Come difendersi
Questo malware colpisce soprattutto le aziende e i circuiti che trasmettono dati economici e sensibili di un certo valore. Considerando, però, la sua incredibile pericolosità, invitiamo i nostri Lettori a diffidare ovviamente di una e-mail sconosciuta, e a prestare attenzione anche a quelle potenzialmente sicure. Infatti, prima di immettere in rete qualsiasi password di nostra conoscenza, facciamo una telefonata in più, o mandiamo un messaggio per tutelare la nostra privacy e i nostri dati sensibili.
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