È stata resa proprio ieri una sentenza della Corte di Giustizia Europea in merito ai diritti di alcune categorie di lavoratori. Stiamo parlando dei cittadini extracomunitari che vivono e lavorano con regolari documenti nel nostro Paese.
Ora, secondo questa sentenza anche questi lavoratori hanno diritto agli assegni familiari a cui l’INPS aveva negato il sostegno. Vediamo di capirne di più.
L’antefatto di due lavoratori
In pratica, tutto è nato da due cittadini extracomunitari, uno originario del Pakistan e l’altro dello Sri Lanka, che vivono regolarmente sul suolo italiano. Cioè sono in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Tuttavia, ad essi l’INPS aveva negato il riconoscimento degli assegni familiari. E ciò in quanto i rispettivi familiari a loro carico non erano residenti nell’UE. Ossia avevano la residenza all’estero e precisamente nei rispettivi Paesi d’origine.
L’intervento della Corte di Giustizia UE in merito agli assegni familiari
Sulla faccenda è, pertanto, intervenuta la Corte di Giustizia UE con una sentenza che potenzialmente potrebbe coinvolgere migliaia di cittadini. Nello specifico, si tratta di tutti coloro che risiedono e lavorano nel nostro Paese. E che hanno regolare permesso di soggiorno unico oppure soggiornanti di lungo periodo, ed i cui familiari a carico risiedono in Stati extracomunitari.
Ora, secondo le stesse parole della Corte UE, “è contraria al diritto dell’Unione la normativa italiana. Che rifiuta o riduce una prestazione di sicurezza sociale di cittadino extra UE […] per il fatto che i suoi familiari risiedono in un Paese terzo. Mentre la stessa prestazione è accordata ai cittadini italiani indipendentemente dal luogo in cui i loro familiari risiedono”.
La ratio della norma
È evidente che la norma nasce dal fatto che l’organo comunitario ravvisi possibili forme di discriminazione. Infatti, la Corte di Giustizia UE fa osservare come i cittadini italiani che si trovino a lavorare all’estero ricevano invece tali assegni. Anche quando i rispettivi familiari a loro carico si trovino all’estero; in questo caso, risiedano appunto in Italia, il Paese d’origine.
Lo stesso principio, chiosa la Corte, deve pertanto essere riconosciuto al cittadino extra-UE che vive e lavora in Italia. Ed in possesso “di un permesso unico o soggiornante di lungo periodo”.
Dunque, secondo questa sentenza, anche questi lavoratori hanno diritto agli assegni familiari a cui l’INPS aveva negato il sostegno. E i cui congiunti continuino a risiedere nel Paese d’origine, ossia nello Stato extracomunitario di provenienza.