Avanzano le ricerche e le conquiste mediche sul diabete, a beneficio della comunità scientifica e anche di chi ne soffre. Abbiamo visto, per esempio, che a gran sorpresa alcuni latticini non solo non aggravano il diabete di tipo 2, ma addirittura aiuterebbero a contrastarlo.
Sempre in merito al diabete di tipo 2, l’ultima ricerca arriva dalla Svezia, dalla Lund University di Malmoe, il cui studio è apparso sulla rivista Nature Genetics. In estrema sintesi, secondo la scienza questo diabete ha 5 varianti con diverse cause e specifiche evoluzioni della malattia. Vediamo di capirne di più al riguardo.
Le risultanze del nuovo studio svedese
L’equipe svedese ha incrociato i dati clinici e genetici di un campione di 8.000 pazienti. Statisticamente parlando si tratta di un numero importante.
Ora, l’incrocio delle informazioni ha consentito ai ricercatori di appurare alcune costanze. Cioè le diverse tipologie di diabete presentano, almeno in parte, meccanismi di insorgenza differenti.
Non sappiamo se si possa o meno parlare di 5 differenti identikit di diabete di tipo 2. Tuttavia, queste importanti conclusioni potrebbero costituire la base per nuovi filoni di ricerca.
I primi 3 diversi tipi di diabete di tipo 2
Quali sono, dunque, i 5 sottotipi scoperti? Un primo gruppo, pari al 6% del campione analizzato, presentava una tipologia di diabete caratterizzata da insorgenza giovanile. Inoltre mostrava basso indice di massa corporea, scarsa secrezione di insulina e una componente autoimmune. A questa forma i ricercatori hanno dato il nome di SAID, sigla che sta per diabete severo autoimmune.
La seconda forma isolata si è rivelata molto simile alla precedente, ma con una importante variante: erano assenti le componenti autoimmuni. Questa forma è stata ribattezzata SIDD, ossia diabete severo da carenza di insulina. Essa è stata riscontrata nel 18% dei pazienti e i ricercatori hanno osservato che questo ceppo ha un alto rischio di complicanze a reni ed occhi.
Con la sigla SIRD (diabete severo insulino-resistente) è stato individuato un terzo tipo, che ha riguardato il 15% del campione. In questo caso i segni distintivi sono innanzitutto l’obesità e l’insorgenza tardiva. Ancora, l’insulino-resistenza e l’alto rischio di steatosi epatica (fegato grasso) e nefropatia (coinvolgimento del rene).
Secondo la scienza questo diabete ha 5 varianti con diverse cause e specifiche evoluzioni della malattia
Gli ultimi 2 ceppi sono invece meno gravi dei primi 3. Troviamo il tipo MOD (diabete moderato correlato all’obesità), riscontrato nel 22% del campione,. Esso è caratterizzato da comparsa precoce e dipende, come dice lo stesso nome, all’obesità.
Infine abbiamo la sigla MAD, diabete moderato correlato all’età, che ha riguardato il residuo del campione, il 39% degli osservati. Poco più di un paziente su tre, quindi, lega il suo diabete all’incedere del tempo. Questa forma di malattia è la più facile da gestire e si manifesta in tarda età.
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