Se per digerire un panino ci mettiamo quasi tre ore, cosa sappiamo degli altri alimenti che assumiamo? La nostra redazione ha affrontato precedentemente e in uno specifico articolo l’importanza della digestione e il rischio congestione. Abbiamo scritto di quanto sia importante non sottoporre il nostro fisico e il nostro stomaco a sbalzi improvvisi di temperatura. A maggior ragione, d’estate, quando si cerca ristoro in una bibita ghiacciata o in un tuffo rinfrescante, col rischio però di fare una congestione. Oggi invece il nostro “team benessere” analizzerà i tempi della digestione, specificando il più possibile, il rapporto tra alimento e tempistiche. Per esempio, se per digerire un panino ci mettiamo quasi tre ore, cosa sappiamo degli altri alimenti che assumiamo quotidianamente a tavola?
I fattori primari
Innanzitutto, vale la pena specificare che la digestione nell’essere umano è un’attività molto complessa, che non dipende solo dal cibo introdotto, ma anche da tre fattori primari:
- – lo stato emotivo
- – lo stato fisiologico
- – l’età
Una persona in stato d’ansia, o in un periodo particolarmente stressante della sua vita, non può ovviamente digerire come fa chi non soffre di questa patologia. Il nostro intestino, che in medicina è definito anche come secondo cervello, è il primo a risentire nei nostri stati d’ansia. Fateci caso, infatti, quando siamo ansiosi e nervosi rischiamo di strozzarci col classico boccone grosso. Allo stesso modo chi soffre di gastrite, ulcera, colite, o si trova sotto trattamento medico, fatica molto di più a digerire di chiunque altro. Infine, l’età, che letteralmente detta i ritmi e i meccanismi del metabolismo al nostro corpo. Uno degli errori più comuni che si fa, superata una certa soglia, è proprio quello di sottovalutare quantità e qualità di ciò che mangiamo, senza considerare gli anni che passano.
Il calcolo della digestione
Detto che la digestione dipende non solo da soggetto a soggetto, ma anche dalle sue caratteristiche psico fisiche, il suo calcolo non è così facile e scontato. Riusciamo però a quantificare i tempi di permanenza nello stomaco del cibo. Quindi, se per digerire un panino ci mettiamo quasi tre ore, cosa sappiamo degli altri alimenti che assumiamo ogni giorno? Ecco un riassunto molto utile per regolare i nostri pasti:
- – dalle 4 alle 5 ore: pesce grasso, manzo, uova fritte, tonno e salmone
- – mentre dalle 3 alle 4 ore: petto di pollo e tacchino, vitello, patate, spinaci, radicchio, pasta al ragù
- – dalle 2 alle 3 ore: pane bianco, riso, merluzzo e cavoli, pasta con verdure o pomodoro, il gelato e la pizza margherita
- – 1 ora e mezza circa: uova sode, pesce magro, asparagi
- – circa mezz’ora: il caffè, il tè, il latte scremato e la birra
Molto più vasto ovviamente l’intero mondo alimentare, ma la nostra redazione ha voluto riportare i cibi più comuni. Non citiamo il cibo spazzatura, ma pensate che un pranzo al fast food può costringere la nostra digestione a lavorare intensamente per quasi 5 ore!
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