La Svizzera è sempre stata considerata un sogno dalla maggior parte degli italiani.
È un Paese dai paesaggi mozzafiato, con un tenore di vita altissimo, guadagni proporzionati e strutture efficienti. Svizzera è montagne verdi e chiesette a punta che sbucano dal nulla.
Le mucche che pascolano sugli alpeggi sono nell’immaginario collettivo quando si nomina questo luogo.
Ci sono, però, alcuni luoghi nel nostro Paese al confine con la Svizzera che niente hanno da invidiare a quest’ultima. Sono posti altrettanto belli, altrettanto verdi e pacifici.
Se non fosse per questioni di burocrazia e di confini, quasi non si percepisce il cambio di Nazione.
Da questi posti in tanti vanno, quotidianamente, a lavorare in Svizzera tornando poi la sera nelle proprie dimore in Italia.
Se anche noi volessimo farlo, però, ci sono alcune cose da sapere, perché se pensiamo di lavorare in Svizzera dobbiamo conoscere le regole da seguire.
Chi sono i frontalieri
Se ci volessimo rifare alla legge europea, i frontalieri sono tutti coloro che vivono in uno Stato membro e lavorano in un altro. Questo deve accadere ciclicamente e il lavoratore deve fare rientro al domicilio almeno una volta a settimana. Essendo la Svizzera fuori dall’UE, questo criterio non si applica e dal nuovo accordo emerge anche una nuova definizione.
Questo, infatti, prevede che i frontalieri siano tutti coloro che hanno la residenza in un raggio di 20 km dalla frontiera. Deve essere lavoratore dipendente nell’area di frontiera, ma dell’altro Stato in cui si reca.
Inoltre è previsto che il lavoratore frontaliere faccia rientro alla propria dimora tutti i giorni.
Questo significa che le nuove regole dell’accordo non riguardano chiunque voglia lavorare in Svizzera. Sono specifiche per chi vive entro quel raggio di km.
Sono quindi tutti i territori, nei 20 km compresi, della Lombardia, della Valle d’Aosta e del Piemonte e anche della Provincia Autonoma di Bolzano.
Questo varrà per chiunque si sposta da e per il Canton Ticino, il Vallese e il Cantone dei Grigioni.
Se pensiamo di lavorare in Svizzera è importante conoscere questo accordo su quanto e come pagare le tasse
Oltre a contenere, quindi, definizioni più chiare su chi è un frontaliere, l’accordo prevede nuove tassazioni.
Approvato dal Parlamento elvetico, si aspetta l’approvazione di quello italiano.
Le nuove norme, che entreranno in vigore dal 2023, sono così suddivise:
- mentre prima c’era un’imposizione fiscale esclusiva che aveva luogo in Svizzera, ora si parla di tassazione concorrente;
- la Svizzera alza all’80% la propria quota dell’imposta sul reddito, contro il 60% precedente;
- l’Italia elimina la doppia imposizione attraverso l’impiego del credito per imposte estere. In questo modo sarà possibile portare a credito le imposte che il lavoratore paga in Svizzera.
Se parliamo invece di lavoratori che risiedono oltre i 20 km dal confine, ma rientrano tutti i giorni a casa? Per questi soggetti la tassazione è sempre stata concorrente, l’unica differenza è che è stato aumentato il tetto della no tax area.
Mentre prima si era esenti fino a 7.500 euro, oggi il limite è stato portato a 10.000. Anche in questo caso si applica il credito per imposte estere.