Mangiare è ovviamente un impulso primario. A questo atto semplice però sono associati molti disordini alimentari quali l’anoressia e la bulimia che si manifestano con un rapporto conflittuale con il cibo. Talvolta, in alcuni periodi più che in altri, ci ritroviamo a mangiare voracemente, abbattendo tutte le inibizioni e resistenze. Spesso attribuiamo la nostra mancanza di autocontrollo alla situazione contingente. Indichiamo come causa del nostro mangiare avidamente a una delusione forte, a una situazione emotiva particolarmente intensa o a un periodo di lavoro molto impegnativo. Ci ritroviamo così a mangiare una intera vasca di gelato al cioccolato per alleviare le nostre ferite o a consumare intere scatole di biscotti e gli avanzi del frigo.
Ora nuovi studi hanno cercato di chiarire le cause che portano a questo mangiare compulsivo, arrivando a risultati contrari rispetto a quanto finora supposto. Se ci abbuffiamo senza controllo di cibo non è per alleviare lo stress come molti credono.
Anoressia nervosa e bulimia nervosa
Consapevoli che non sia possibile affrontare in poche righe le ragioni complesse che portano a disturbi alimentari come anoressia e bulimia, citiamo solo le caratteristiche principali di queste due condizioni.
Nell’anoressia nervosa il paziente è sottopeso in maniera grave; non ammette di esserlo e ha una paura costante di ingrassare. Questo porta il soggetto ad abbuffarsi in maniera incontrollata e a vomitare quanto mangiato.
Nella bulimia nervosa invece il paziente incorre in continui episodi di abbuffata, spesso alternati a periodi di sensi di colpa (con conseguente uso di lassativi, farmaci o induzione del vomito). L’individuo bulimico non accetta la forma o il peso del proprio corpo.
Se ci abbuffiamo senza controllo di cibo non è per alleviare lo stress come molti credono
In uno studio recente (Westwater ML et al, 2021), i ricercatori sono andati a indagare il rapporto tra stress e cibo. In particolare sono andati a valutare se lo stress possa minare il nostro autocontrollo nel mangiare (o eliminare la nostra auto-inibizione).
Per fare questo, hanno arruolato per lo studio soggetti con disturbi alimentari (anoressia e bulimia nervosa) e soggetti senza disturbi alimentari. I ricercatori hanno chiesto loro di premere un pulsante per fermare una barra in movimento su uno schermo, quando questa raggiungeva un punto specifico. In alcuni casi, i soggetti dovevano imporsi di non di premere il pulsante perché la barra si fermava in anticipo. Questo semplice compito doveva essere eseguito sia in condizioni di stress sia in una situazione più tranquilla. Tutti i soggetti erano monitorati attraverso risonanza magnetica.
È emerso che, nei soggetti con disturbi alimentari, effettivamente lo stress aveva modificato l’attività cerebrale adibita all’autocontrollo (nel giro frontale superiore), ma questo non impediva loro di compiere adeguatamente il proprio compito. Questa modifica dell’attività cerebrale era differente tra soggetti con anoressia e soggetti bulimici.
In altre parole, contrariamente a quanto si creda, la nostra perdita di controllo di fronte al cibo non è causata dallo stress ma è legata ad altri elementi non ancora ben compresi. Infatti, la relazione tra stress e abbuffate è legata a fattori ambientali, genetici, ormonali e psicologici e sono necessari ulteriori studi per valutare i meccanismi fini legati ad anoressia e bulimia.
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