Nel tempo che i negoziati vanno avanti senza alcun risvolto dove ciascuna delle parti in gioco sembra incontrarsi per scontrarsi sulle rispettive e rigide posizioni, gli effetti avanzano. Come le bombe, i profughi, le vittime e i feriti.
L’ingenuità europea
Se, come si dice, Putin stava organizzando e pianificando l’attacco dal lontano 2014, l’Europa invece si è beccata un secchio d’acqua gelida addosso. Così, nel tempo, l’ex Unione Sovietica avrebbe cercato altri mercati con cui tessere scambi. Uno su tutti la Cina ed altri dell’area d’Oriente. L’Unione invece si è trovata come alla vigilia del Covid. A bocca aperta. Senza una Difesa comune e con una strada a senso unico “da” e “per” la Russia quanto a gas e grano.
Se anche il PNRR rischia di dare forfait all’Italia dal conflitto in Ucraina
Ieri sera durante la trasmissione «Presa Diretta» condotta da Riccardo Iacona, abbiamo visto una clip del numero uno del Ministero dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Alcuni giorni fa ha detto il Ministro: «l’aggravarsi degli scenari internazionali potrebbe mettere a repentaglio la realizzazione di alcuni obiettivi inseriti nel PNRR. Molte le incognite sul piano economico ma anche su quello politico connesso all’evoluzione degli scenari internazionali delle dinamiche globali». Sempre il capo del dicastero ha ricordato «la ripresa a tassi elevati delle diverse economie sviluppate e la persistente capacità di assorbimento della Cina. Questo ha determinato una serie di strozzature e colli di bottiglia che si sono tradotti nella carenza di disponibilità in materie prime e manufatti, a partire dai microchip».
Nuove esigenze
In sostanza se abbiamo a che fare con la possibilità (al momento remota) che sulle nostre tavole manchi il pane e la pasta o che diventino beni di lusso, passa in secondo piano investire in infrastrutture, innovazione ed altro. Se in ballo c’è la fame, verosimilmente la politica economica europea deve rivedere l’agenda delle priorità. Due passi indietro nel tempo quando invece si voleva farne uno in avanti e lasciarsi alle spalle il lascito di difficoltà del sistema economico dovuto alla pandemia. Il MISE però ha anche promesso di impegnarsi «per attenuare rischi gravissimi».
Se anche il PNRR rischia di dare forfait all’Italia dal conflitto in Ucraina potremmo a ragion veduta congelare molti sogni che per qualche tempo ci hanno fatto immaginare un Italia competitiva e all’avanguardia. Con un’occupazione in crescita e un’attenuazione delle diseguaglianze. Ma occorrerà un nuovo Piano Marshall per riaccendere la speranza.