In un articolo precedente abbiamo scoperto a quali lavoratori spettano 450 euro in più in busta paga. In questo scopri se ti spettano i buoni pasto e chi per legge deve riceverli.
Cosa sono i buoni pasto
Il buono pasto, anche noto col termine ticket, è un servizio sostitutivo della mensa aziendale.
In altre parole, quando un’azienda non dispone di un servizio mensa, può decidere di mettere a disposizione dei propri dipendenti dei buoni pasto, da utilizzare presso esercenti convenzionati.
Scopri se ti spettano i buoni pasto: ecco chi per legge deve riceverli
Il buono può essere garantito sia nel caso in cui il lavoratore dipendente faccia orario continuo, sia nel caso in cui faccia un orario part-time, ma non riesca a raggiungere casa in tempo per il pranzo.
Attenzione, però, il buono pasto non è previsto da tutte le aziende che non offrono un servizio mensa. Il ticket, infatti, spetta al lavoratore solo se è previsto da un accordo collettivo o individuale. Se tale accordo non sussiste, il lavoratore dipendente non può pretenderlo. I ticket non fanno parte della retribuzione lavorativa, sono un beneficio che rientra nelle prestazioni welfare.
Quali sono le caratteristiche dei buoni pasto?
I buoni pasto non possono essere venduti (o regalati). Sono, però, cumulabili (fino a un tetto massimo di 8). Se per caso te lo stessi chiedendo, la risposta è no: non sono convertibili in denaro. Almeno non presso i punti vendita convenzionati. Esiste un caso in cui è invece possibile monetizzare l’importo del buono pasto in busta paga.
Cosa fare se non riusciamo a spendere un buono pasto?
Nel caso in cui non fosse possibile utilizzare i buoni pasto, non disperare. Infatti, l’importo equivalente può essere monetizzato. Di cosa si tratta? Dell’indennità sostitutiva di mensa. In questo caso l’importo corrispondente al valore del buono viene erogato in busta paga.