A CURA DI GIAN PIERO TURLETTI
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Dopo aver individuato, negli scorsi articoli, i principali scenari, di fronte ai quali si trovano gli indici azionari nel breve e medio termine, occorre sottolineare che al momento, come già indicato, gli indici si trovano entro configurazioni ribassiste di breve/medio, ma ancora all’interno di configurazioni rialziste di medio.
A condizionare il trend, con ogni probabilità, negli ultimi giorni sono pesate più le preoccupazioni di salute per la Clinton, che quelle sui tassi o altri fattori.
Avevo tempo fa evidenziato alcune dinamiche, legate alle elezioni presidenziali USA, in un webinar, che potete trovare qui:
Ora, aggiornando la situazione, posso intanto indicarvi questo sito.
Basta guardare in alto a destra e visualizzerete gli ultimi exit poll sulle elezioni:
Chi avesse seguito tali exit poll, avrebbe notato come il vantaggio della Clinton si sia ridotto, negli ultimi tempi, da un più 5/ 6 per cento, dei giorni in cui tenni, qualche tempo fa, il webinar, a circa l’1,5 per cento.
Probabilmente hanno influito le condizioni di salute.
Altro link interessante è tratto da google trends, ed evidenzia comunque un maggior interesse vero la Clinton:
Come andrà a finire il confronto elettorale?
La Clinton risulta ancora in vantaggio, negli ultimi exit poll, e comunque, prescindendo dall’incognita salute, che potrebbe avere il suo peso, rimangono valide le seguenti considerazioni.
L’elettore medio, notoriamente, negli USA vota sulla base di temi interni, che sinora sono a favore di un’economia in ripresa, e gli americani hanno ben presente la diversità di situazione economica tra loro e i paesi europei, ad esempio…in base al numero occupati, invece sono mediamente meno interessati a come vanno le cose sui mercati finanziari.
Ragion per cui anche un eventuale dinamica ribassista di borsa non dovrebbe avere ripercussioni negative su chi favorevole alla Clinton.
Oggi, peraltro, Trump rappresenta su diversi temi quello che a suo tempo rappresentava Carter, democratico, che era uscito sconfitto da Reagan. In politica estera le posizioni di Reagan erano molto più vicine a quelle di una Clinton, mentre quelle di Trump assomigliano più a quelle di Carter.
Proprio a proposito di sicurezza internazionale, gli statunitensi si sentirebbero più a loro agio con un disimpegno militare, come proposto da Trump?
Quanto, invece, ai diversi effetti sui mercati in caso di vittoria dell’una o dell’altro, rinvio al webinar , che potete trovare al