La salsa di soia è diventata uno dei prodotti più popolari del nostro secolo. Direttamente dalla Cina della dinastia Han occidentale risalente al 206 a. C., fino al Giappone alla fine del 1600. Oggi la salsa di soia è giunta sino a noi e sembra che non si possa farne a meno per insaporire i nostri cibi o dargli quel non so che di esotico.
Sappiamo da cosa e come è prodotto questo saporito condimento? E quali varianti troviamo oggi in commercio?
Ecco qui la guida su come scegliere i condimenti orientali tra salsa di soia, tamari o shoyu. Vi aiuterà ad essere più consapevoli quando acquisterete questi prodotti e leggerete le etichette.
Come si fa la salsa di soia?
La salsa di soia è ricavata dalla cottura della soia gialla insieme con grano precedentemente tostato. L’aggiunta di sale e koji, un particolare fungo che permette la fermentazione, mescolati alla soia e al grano cotti e lasciati in fermentazione per minimo 10 mesi danno vita alla salsa.
Specifichiamo che per avere il prodotto finito, dopo la fermentazione, è necessaria la spremitura e la pastorizzazione.
C’è salsa di soia e salsa di soia
Vi sarete stupiti di trovare sullo scaffale del vostro supermercato dedicato ai condimenti orientali una varietà di salse di soia dai nomi peculiari. Infatti, tamari o shoyu, sono tutti derivati della soia ma hanno qualche caratteristica che le rende molto diverse.
Generalmente, il tamari ha un sapore molto deciso rispetto allo shoyu. Oltretutto esso può mancare di glutine, quindi non essere addizionato col frumento. Oggi è più semplice trovare un’etichetta che ci informi immediatamente di un prodotto senza glutine e così avviene anche con la salsa di soia (esiste una versione di salsa di soia senza soia. Incredibile no!?).
Lo shoyu ha quindi un sapore più delicato. Usato per arricchire molti piatti tradizionali, garantisce, come il tamari, un grande apporto di fermenti lattici che aiutano la nostra flora batterica. In più la salsa di soia possiede buone qualità antiossidanti, oltre che vitamine e Sali minerali.
Occhio alla qualità
Dobbiamo fare molta attenzione quando compriamo questo tipo di prodotti, specialmente di se di origine orientale. È consigliato per l’acquisto di spendere una cifra pochissimo più alta ma avere un prodotto di qualità e di origine certificata.
Incorrere in soia transgenica, oppure in prodotti ricavati non da soia intera ma da proteine idrolizzate è molto facile.
Per questo è bene saper leggere le etichette e rivolgersi a marchi biologici: se leggiamo “caramello” significa che non c’è traccia di soia “vera” e che il prodotto è stato “colorato” con del caramello.
Se comprate prodotti di scarsa qualità, spesso addizionati con zuccheri e coloranti, non potrete sfruttare i benefici di questo condimento e il suo effetto yanghizzante (vedi macrobiotica).
In Italia sono presenti numerosi produttori che ci permetteranno di avere un controllo di qualità sul prodotto e sulla coltivazione e trasformazione. Scegliere i condimenti orientali tra salsa di soia, tamari o shoyu, non è mai stato così semplice!