Il titolo SAIPEM ha chiuso la giornata di contrattazioni a 3.662€ in rialzo del 1.22%.
Dopo che nella giornata tutta al ribasso della piazza milanese del 29 Maggio, SAIPEM ha chiuso in forte rialzo a seguito del rialzo del greggio, il titolo ha continuato nella sua risalita.
Tuttavia la tendenza in corso rimane ribassista con gli obiettivi indicati in figura. Solo il recupero di area 3.7093€ permetterebbe al titolo di ripartire al rialzo.In questo caso le quotazioni avrebbero come obiettivo area 4.4€.
News: Fonte MilanoFinanza
Saipem ottiene un contratto in Messico. La società di servizi oil si è aggiudicata un contratto dalla messicana Pemex nell’impianto H-oil presso la raffineria a Tula. Il valore della commessa è pari a 779,11 milioni di pesos, pari a circa 39,5 milioni di euro. Un contratto a cui nel breve potrebbero aggiungersene altri principalmente nel business onshore E&C (vale il 13% dell’ebitda del gruppo).
Tra i contratti che Saipem potrebbe aggiudicarsi a breve ci sono il nuovo terminale di gas naturale liquefatto, Nong Fab, per conto della società tailandese, Ptt Lng (circa 1 miliardo di dollari di valore), e l’alta velocità ferroviaria Brescia-Verona (circa 900 milioni di euro di valore pro-quota per Saipem ) con la sottoscrizione dell’atto integrativo con Rfi forse già entro il fine settimana.
Tra gli altri potenziali contratti, dove Saipem è in corsa per un’assegnazione, ci sarebbero: un contratto EPC per lo sviluppo del campo Bu Hasa da Abu Dhabi National Oil Compay del valore di 1,2 miliardi di dollari per il quale Saipem avrebbe presentato un’offerta con l’egiziana Enppi e potenziali attività nel Mare del Nord per il nuovo mezzo DP3 Lewek Constellation (offshore).
La stima di Equita sulla raccolta ordini E&C 2018 di Saipem è pari a 7,35 miliardi, di cui 3,85 miliardi per il business onshore E&C e 3,5 miliardi per l’offshore E&C, e si confronta con una raccolta ordini da inizio anno di circa 1 miliardo di euro. Naturalmente per gli analisti della sim l’eventuale assegnazione di nuovi contratti rappresenta un catalyst positivo per il titolo, “nonostante dal nostro punto di vista sia più cruciale l’assegnazione di nuovi progetti nel business offshore”.
In effetti, aggiungono a Fidentiis, trattandosi di contratti onshore, la loro marginalità dovrebbe essere piuttosto bassa con un margine ebitda del 3-4% secondo le stime del broker che come Equita (target price a 3,55 euro) ha un rating hold sul titolo Saipem , al momento in rialzo dello 0,19% a quota 3,625 euro in borsa.
In particolare Fidentiis ha un range di valutazione do 3,3-3,5 euro perché pensa che l’azienda abbia dimostrato la sua capacità di sopravvivere in uno scenario difficile, generando 190 milioni di euro di free cash flow nel 2017 con un target di 200 milioni per quest’anno, nonostante la stima di un ulteriore calo dei ricavi (-10% la guidance) e dell’ebitda adjusted (-15% la guidance). “A questo punto il ciclo negativo sembra essere del tutto scontato, ma non c’è abbastanza visibilità sul recupero degli investimenti nel business offshore, nonostante il prezzo del Brent sia aumentato del 50% negli ultimi 12 mesi raggiungendo quota 75 dollari al barile”, avverte Fidentiis.
Invece Hsbc ha avviato oggi la copertura dell’azione con un giudizio buy e un target price a 4,25 euro, Banca Imi ha ribadito un rating add con un prezzo obiettivo a 3,9 euro e Banca Akros buy con un target price a 4,40 eruro, sostenendo che “i prezzi attuali del petrolio sono coerenti con una ripresa degli investimenti nei business onshore e offshore. Questo è un buon punto di ingresso per scommettere su maggiori investimenti da parte dell’industria petrolifera” con l’Azerbaigian che sta a cuore a Saipem .
Oggi l’ad di Saipem , Stefano Cao, al Caspian Mediterranean Oil&Gs Exibition a Baku, ha infatti rimarcato che l’Azerbaigian è diventato un Paese chiave per le operazioni del gruppo. “La nostra integrazione nel tessuto sociale ed economico dell’Azerbaigian è stata raggiunta anche grazie alla nostra esperienza con Bos Shelf, una società di fabbricazione che abbiamo fondato in joint venture con Socar e che ora è indipendente da noi, ma rimane un partner chiave per le nostre attività nel Paese”, ha spiegato Cao.
In effetti Saipem e l’Azerbaigian hanno una lunga e proficua storia di cooperazione, in gran parte grazie al rapporto aperto e costruttivo tra le istituzioni nazionali. “Siamo presenti in Azerbaigian dalla sua costituzione in Stato nazionale in qualità di installatori e costruttori per l’industria petrolifera e del gas, avendo lavorato in particolare allo sviluppo dei giacimenti petroliferi Azeri, Chirag e Gunashli”, ha precisato il ceo. E il modello di business di Saipem contribuisce a creare valore a lungo termine per i Paesi in cui la società opera.
“Crediamo fermamente che questo sia l’approccio giusto per sviluppare relazioni vincenti durature e sostenibili attraverso l’integrazione con le economie locali, la promozione e il consolidamento delle relazioni reciproche e lo sviluppo delle competenze a livello locale: siamo soddisfatti dei risultati che abbiamo raggiunto fino a oggi in Azerbaigian lavorando insieme agli stakeholder locali e avremmo l’ambizione di continuare e migliorare su questo percorso riaffermando l’impegno di Saipem a condurre le sue attività in questo Paese in modo tale da garantire la salute e sicurezza del personale, il rispetto dell’ambiente e protezione del patrimonio”, ha continuato Cao.
In Azerbaigian Saipem ha partecipato alla realizzazione del progetto Shah Deniz Stage 2, uno dei più grandi progetti di gas al mondo che aumenterà la capacità di produzione di gas del giacimento Shah Deniz di ulteriori 16 miliardi di metri cubi all’anno e la capacità di condensa di ulteriori 120.000 barili al giorno. “Siamo anche attivi lungo tutta la catena del valore per portare il gas azero in Europa. Siamo coinvolti nella costruzione e nel commissioning del progetto South Caucasus Pipeline Expansion in Azerbaigian e Georgia e ci è stato assegnato il contratto per l’installazione della sezione offshore del gasdotto TAP tra le coste dell’Albania e dell’Italia, attraverso il Mare Adriatico”, ha concluso Cao.