Il mondo del lavoro è in grande fermento. Si prospetta, infatti, una rivoluzione universitaria per molte lauree che porteranno subito al lavoro. Nel paese delle corporazioni – risalgono al Medioevo, dove ogni arte e professione aveva la sua – a volte i tempi si svecchiano! La novità di queste ultime ore è quella per cui è probabile che, a breve, alcuni percorsi accademici saranno subito abilitanti.
Per milioni di studenti si tratta di una bella novità. Con la possibilità di non considerare più il lavoro come una chimera, quanto invece un obiettivo realizzabile a stretto giro. Entriamo, allora, nel vivo e affrontiamo il tema della rivoluzione universitaria per molte lauree che porteranno subito al lavoro.
Si punta a portare subito al lavoro gli studenti
Da tempo, al Ministero dell’Università, si lavora per una riforma di molti degli attuali cicli di studi. L’intento è quello di renderli abilitanti sin da subito, al termine del percorso accademico. In sostanza, sarebbero destinati ad essere soppressi gli Esami di Stato di un certo numero delle attuali professioni regolamentate.
Al momento, non vi è nulla di ufficiale, ma la strada sembra segnata e le certezze non dovrebbero tardare a giungere. Secondo i rumors, infatti, a breve tutta una serie di paletti (gli esami di Stato, appunto) cadranno.
Essi in principio furono previsti a tutela dell’utente finale, quale presidio di garanzia della capacità del futuro professionista. Considerazione ineccepibile. Ma, con gli anni, tuttavia, a molti osservatori sono apparsi più come una forma di autotutela da parte delle stesse professioni. Ossia una sorta di “barriera all’ingresso” a danno degli aspiranti colleghi.
Questione di mercato e di presidio delle quote di mercato già detenute.
Rivoluzione universitaria per questi studenti
I primi a vedersi “accorciata” la distanza col mondo del lavoro, saranno quattro professioni legate al mondo sanitario. L’emergenza Covid, al riguardo, ha giocato un ruolo attivo nel taglio dei tempi.
Le lauree magistrali a ciclo unico interessate sono quelle nei corsi di laurea in odontoiatria, farmacia, veterinaria e psicologia. Queste saranno le prime interessate alle novità. In questo caso, si tratterebbe di una sorta di “adeguamento” a quanto già avviene per gli studi in medicina.
L’unica condizione che la riforma chiederà sarà quella che lo studente abbia inserito un tirocinio formativo durante gli studi. Quest’ultimo gli dovrà essere stato utile a conseguire almeno trenta crediti formativi.
Altre lauree che avvicineranno al lavoro
Altre schiere di studenti saranno poi interessati dalla riforma. Si tratta di coloro i quali frequenteranno le nuove lauree tecniche professionalizzanti entrate in vigore da quest’anno. Vale a dire, geometri, periti industriali e periti agrari, e infine gli agrotecnici.
Il terzo blocco di novità potrà interessare, infine, una schiera ancora più grande di studenti universitari. Riguarderebbe gli studenti di tutte le facoltà delle attuali professioni regolamentate. Ossia architettura, economia, chimica e biologia, ingegneria, geologia, agronomia e poche altre ancora. In tutti questi casi, è lo stesso Ministero che fissa gli esami di Stato di Abilitazione.
Risponderanno tutti si all’ondata delle abilitazioni?
In questo terzo caso, però, c’è un ultimo elemento da sciogliere. Dovranno essere i consigli o le federazioni centrali di riferimento a muoversi in questa direzione. Ossia, all’abolizione dell’Esame di Stato.
Nel paese delle corporazioni, e dove la rendita è fonte prima di guadagno, quanti di questi organismi risponderanno positivamente? Al momento vige un silenzio assordante. Intanto, prepariamoci alla rivoluzione universitaria per molte lauree che porteranno subito al lavoro una volta finiti gli studi.
Se infine gradite scoprire come funzionano le esenzioni, le agevolazioni e le riduzioni universitarie, vi invitiamo alla letture del presente articolo.