Ristrutturazioni, cosa cambia con il Superbonus 110%

Decreto Rilancio

Ristrutturazioni, cosa cambia con il Superbonus 110%?

Dal 1° luglio non si parla altro che di Superbonus 110%, ma che permetterà vari interventi sul patrimonio immobiliare italiano a costo zero. Ma le modifiche non sono ancora finite e potrebbero spuntare nuove agevolazioni per il miglioramento energetico della casa. Il Decreto Rilancio, (D. L. del 19 maggio 2020 n. 34) sarà presto convertito in legge dal Parlamento. E speriamo che arrivi in fondo con meno burocrazia di quel che attualmente contiene. Vediamo ora i suoi capisaldi.

Cosa devono garantire le migliorie

Il Decreto Rilancio prevede la possibilità di beneficiare di detrazioni fiscali fino al 110% per lavori di messa a norma e potenziamento energetico. Si applicano alle abitazioni private, ma anche per esempio a una scuola privata o una casa di riposo privata. I lavori apportati devono garantire un miglioramento di 2 classi energetiche dell’immobile. Tra i più gettonati saranno la posa di guaine di coibentazione degli edifici, l’installazione di impianti di riscaldamento, l’installazione di impianti fotovoltaici. Ma anche l’installazione di rilevatori di sismi tellurici sta piacendo molto.

Ristrutturazioni, cosa cambia con il Superbonus 110%

Le spese sostenute per la ristrutturazione possono essere detratte fiscalmente fino al 110% in 5 anni. Oppure, possono essere cedute alla impresa che ha effettuato i lavori di miglioria. Questo passaggio, davvero inedito, permette di tagliare fuori dal business tutto un mondo di imprese edili abusive, che non risultano più interessanti per il proprietario della casa, neanche se gli offrissero un grosso sconto. Cedendo totalmente il credito all’impresa, il proprietario ristruttura la casa a costo zero. A sua volta l’impresa può decidere di ammortizzare il credito acquisito in 5 anni oppure di cederlo ad un istituto bancario o assicurativo. Ristrutturazioni casa, cosa cambia con il superbonus: resta da vedere, ora, quante saranno le imprese edili disposte a lavorare in questo modo.

Il bonus scatta con la miglioria di 2 classi energetiche

Per ottenere il vantaggio fiscale, occorre il miglioramento di almeno 2 classi energetiche senza le quali non si può concedere l’ecobonus. Ma c’è un inghippo. Invece di dare un’autorizzazione prima sui lavori di efficientamento, il via libera si potrò dare solo dopo l’inizio dei lavori. Dunque cosa rischiano i padroni di casa, in caso di errori? La perdita del bonus del 110% e l’applicazione delle aliquote precedenti. Il cittadino, danneggiato, potrebbe solo far causa all’impresa che non ha garantito il risultato indicato nel capitolato lavori. Dunque oggi in molti si affannano a inserire nei propri contratti, una clausola di salvaguardia.