Sono previste sanzioni o rischiano di incorrere in reati penali i percettori del reddito di cittadinanza che dichiarano il falso agendo da furbetti? Oltre alle dichiarazioni mendaci, esistono altri obblighi cui i beneficiari del sussidio economico devono attenersi, pena la perdita del RdC? Si può rifiutare l’offerta di un impiego, la proposta di attività che provengono dal programma di reinserimento occupazionale e privilegiare un lavoro a nero?
Conoscere le risposte a simili interrogativi potrebbe mettere al riparo da pene e sanzioni assai gravose. Inoltre sottrae l’aspirante destinatario dell’assegno mensile dal rischio di perdita, sospensione o decadenza del diritto all’ammortizzatore sociale. Ciò perché rischiano sanzioni i furbetti del reddito di cittadinanza che dichiarano il falso e si sottraggono ingiustificatamente agli obblighi e alle condizioni imposte dal RdC.
La guerra ai furbetti
Ancor prima della conversione in legge e all’indomani dell’approvazione del decreto legge 4/2019, risuonava limpida la voce dell’esponente del M5S Dalida Nesci. Il 10 marzo 2019, in veste di relatrice, dichiarava anticipatamente guerra ai contribuenti italiani pronti ad approfittare indebitamente del sussidio che l’Inps avrebbe erogato. “Sottolineo che il reddito di cittadinanza contiene specifiche regole e anche sanzioni penali che eviteranno a furbetti e criminali di accedere alla misura”.
Rischiano sanzioni i furbetti del reddito di cittadinanza che dichiarano il falso?
Il percettore del RdC che intende scongiurare il rischio di scivolare in reati penali o di vedersi comminare sanzioni dovrà reperire informazioni puntuali. Sul portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono elencate le ragioni che determinano la riduzione o la perdita totale dell’assegno. Fra di esse figurano la mancata partecipazione ai progetti di reinserimento lavorativo, il mancato aggiornamento dell’Isee, il rifiuto di proposte di lavoro.
La reclusione da 2 a 6 anni è la pena prevista per il beneficiario che attesta il falso o presenta documenti e dichiarazioni mendaci. Come anche è prevista la reclusione da 1 a 3 anni per coloro che non comunicano all’Inps una subentrata variazione di reddito. L’omessa comunicazione e le eventuali dichiarazioni false comportano inoltre la restituzione delle somme di denaro di cui il contribuente ha fruito indebitamente.