Si parla spesso della possibilità di andare in pensione a 67 anni con almeno 20 anni di contributi alle spalle. Tuttavia, è possibile che tale montante contributivo rischi di non essere sufficiente al pensionamento alla suddetta età? Ebbene, quali aspetti si devono considerare per essere sicuri di poter lasciare il mondo del lavoro allo spegnimento della 67a candelina? I Tecnici di ProiezionidiBorsa spiegano di seguito perché rischi che la tua pensione INPS a 67 anni slitti a 71 anni in questi casi.
Quali sono i requisiti minimi per la pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni
È proprio vero che 20 anni di contributi sono la soglia minima per il collocamento in quiescenza? Oppure si deve tener conto di altri aspetti fondamentali per il pensionamento? Secondo i requisiti attuali, il lavoratore che intende uscire dal mondo del lavoro a 67 anni, deve aver accumulato almeno 20 anni di contributi. Questo è quanto indica il Decreto MEF del 5 novembre 2019. Questi due requisiti sono formalmente sufficienti, sì, per accedere alla pensione. Tuttavia, è opportuno specificare che non tutti i contributi possono considerarsi sufficienti al raggiungimento del requisito. Spieghiamo meglio in cosa consiste la differenziazione e perché rischi che la tua pensione INPS a 67 anni slitti a 71 anni in questi casi.
Quando si rischia di slittare
Per evitare brutte sorprese e non fare previsioni errate, è opportuno eseguire dei calcoli precisi sulla data utile in cui poter lasciare il lavoro. Secondo quanto stabilisce la normativa attualmente in vigore, dei 20 anni di contributi, è necessario che almeno 5 siano di contribuzione effettiva. Questo significa che almeno 5 anni dovranno rientrare nella contribuzione obbligatoria o volontaria. La suddetta condizione risulta fondamentale per accedere al pensionamento all’età di 67 anni.
A questa condizione, poi, si aggiungono anche i requisiti che interessano l’inizio della carriera lavorativa. I contribuenti che hanno iniziato a lavorare prima di gennaio 1996, non hanno ulteriori vincoli. Ciò perché dall’anno 1996, ricordiamo, è avvenuto il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo. Per questi lavoratori è sufficiente dunque che abbiano i requisiti che abbiamo appena elencato.
Rischi che la tua pensione INPS a 67 anni slitti a 71 anni in questi casi
Coloro che, al contrario, hanno iniziato a lavorare successivamente al 1° gennaio 1996, rientrano nel sistema contributivo. In tal caso, oltre ai 5 anni di cui abbiamo parlato sopra, questi lavoratori devono soddisfare un ulteriore requisito. Difatti, al momento di accesso alla pensione essi dovranno aver maturato un importo di pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale. Quest’ultimo, ricordiamo, nel 2020 corrisponde a 459,83 euro mensili. Ciò significa che l’assegno del pensionante non potrà essere inferiore a 689,74 euro.
Queste condizioni risultano indispensabili per il raggiungimento dei requisiti minimi. Ebbene, in questi casi i lavoratori part-time, ad esempio, dovranno fare i conti con gli effettivi assegni che potranno raggiungere. Infatti, rischi che la tua pensione INPS a 67 anni slitti a 71 anni in questi casi se non rispetti il requisito dell’assegno e quelli precedentemente elencati. È proprio per questi soggetti che il collocamento in quiescenza potrebbe ritardare fino al compimento del 71° anno. A questa età, infatti, è sufficiente il solo requisito dei 5 anni di contributi e non anche quello dell’importo di pensione.
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