Il 4 febbraio scorso è calato il sipario sulla questione legale inerente alle bollette a 28 giorni emesse da Vodafone, Wind, Tre, Fastweb e Tim (MIL:TIT). Le compagnie telefoniche sono tenute al rimborso automatico delle bollette a 28 giorni. Rese note le motivazioni che hanno indotto il Consiglio di Stato ad emettere la sentenza 00879/2020. L’accusa mossa dall’Antritrust ai gestori Wind, Tre, Vodafone, Tim e Fastweb inerisce la fatturazione a 28 giorni della bolletta telefonica. Le quattro compagnie sono accusate di aver raggiunto un accordo segreto e di aver perpetrato inganni a 12 milioni di utenti. In altri termini, avrebbero fatto cartello e avrebbero addebitato ai clienti il costo di 13 mensilità, anziché di 12. Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb sono tenuti a pagare nel complesso una sanzione pecuniaria di 220 milioni di euro.
A chi spetta il rimborso
L’accusa è caduta come una scure sulle compagnie telefoniche dopo due anni di indagini al termine di un’istruttoria iniziata nel febbraio 2018.
Il rimborso automatico delle bollette a 28 giorni spetta agli utenti che fra giugno 2017 e aprile 2018 hanno pagato l’abbonamento per la tredicesima mensilità. A causa della cadenza ogni 28 giorni delle bollette, gli utenti delle suddette compagnie telefoniche hanno versato una somma più alta. Non solo gli utenti che faranno esplicita richiesta del rimborso attenendosi alle modalità indicate dai singoli operatori lo otterranno. La delibera del Consiglio di Stato ha difatti predisposto l’obbligo di rimborsi automatici e di massa in modo da restituire la somma di denaro erosa. Le quote del rimborso oscillano fra i 15 e i 60 euro e alcuni gestori potrebbero proporre l’erogazione di bonus in luogo del denaro.
Consumatori
I consumatori non sono obbligati ad accettare il bonus e, anche se nel frattempo, avessero cambiato gestore, riceveranno il rimborso. In difesa degli utenti è scesa la Federazione Consumatori Italiana che ha preteso dalle compagnie incriminate la tempestività del rimborso. I rappresentanti di Aeci, Aiace, Codisi e Konsumer, le associazioni facenti parte della suddetta Federazione, hanno chiesto il rimborso entro 15 giorni. Ciò perché a loro giudizio “i rimborsi devono essere automatici e devono essere effettuati al più presto, perché i consumatori hanno atteso fin troppo”.