Si parla tanto di riforma fiscale e di semplificazione del sistema, ma l’ultima proposta presentata il 9 febbraio ai rappresentanti dei sindacati dei lavoratori e alle associazioni di imprese, fa molto riflettere. La riforma fiscale ultimamente prospettata sembrerebbe cambiare rotta. Infatti, la proposta si presenta con una riforma fiscale che non riforma, con prelievo IRPEF in 12 rate mensili più acconto e saldo. La proposta presentata non tocca il meccanismo di calcolo dell’imposta, delle aliquote e neanche i versamenti di saldi e acconti (a giugno e a novembre). Mentre, inserisce un prelievo IRPEF mensile suddiviso in 12 rate.
Riforma fiscale che non riforma: prelievo IRPEF in 12 rate mensili più acconto e saldo
Con questa riforma, il contribuente dovrà ogni mese versare un sesto a titolo di saldo per l’anno precedente e un sesto a titolo di acconto per l’anno in corso. Infine, le eccedenze di versamento d’imposta, che rilevate in fase di dichiarazione dei redditi, saranno compensate nella rateazione dell’anno successivo.
In questo modo, i contribuenti che hanno difficoltà a pagare le rate delle imposte alle scadenze prefissate, potranno effettuare il pagamento rateale, si spera a tasso zero.
Abolizione della ritenuta d’acconto
Un’altra novità riguarda l’abolizione della ritenuta d’acconto adoperata dai professionisti, perché difficile da gestire in un meccanismo con versamenti rateali mensili.
La proposta presentata non cambia l’attuale sistema fiscale, ma aggiunge un sistema a rate mensili, molto diverso dalla proposta presentata dall’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima impostava il prelievo fiscale in base ad una liquidazione mensile con il principio di cassa.
Bisogna precisare che tale proposta non semplifica affatto il sistema fiscale, ma sembra spingere il contribuente in nuovi adempimenti e scadenze. Una riforma che non riforma, ma aggrava i professionisti del settore già messi alla prova dalle varie semplificazioni.
Inoltre, c’è da considerare che già nell’attuale sistema fiscale esiste la possibilità del pagamento a rate del primo acconto a giugno; in un’unica soluzione è previsto il pagamento del secondo acconto a novembre. Quindi, in fondo, basterebbe rendere rateale anche il secondo ed evitare un prelievo mensile con un aggravio di costo e lavoro dei professionisti.