Rialzo dei tassi: sino a quando?

Portofino

Una delle più importanti variabili macroeconomiche, nell’influenzare i mercati azionari ed obbligazionari, è rappresentato dai tassi di interesse, e non a caso un ottimo indicatore per comprenderli è costituito dal mercato obbligazionario.

Quest’ultimo, infatti, prima ancora dell’intervento delle banche centrali, che spesso non fanno che confermare, con le loro decisioni sui tassi di riferimento, i trend già intrapresi dai mercati, esprime molto chiaramente la dinamica dei tassi, con le proprie quotazioni.
Come noto, il trend dei titoli obbligazionari è, infatti, inversamente correlato ai tassi, così da essere al ribasso, in caso di tassi crescenti, e viceversa.

Il perché è presto detto.
Probabilmente, molti lettori sanno perfettamente che al tasso nominale di un titolo non corrisponde il tasso effettivo, che deve essere rapportato al prezzo di mercato di quel titolo.
Così, ad una cedola del 5% su un prezzo nominale di 100, corrisponde, invece, un tasso effettivo del 6,25%, rispetto ad un prezzo di 80.

L’andamento dei tassi di interesse, quindi, interessa anche l’investitore di medio/lungo, data la sua correlazione con diverse tipologie di asset finanziario, e per analizzarlo possiamo anche in questo caso far riferimento all’analisi tecnica.
Per l’Europa, ed in particolare per l’eurozona, un indicatore particolarmente importante sull’andamento dei tassi, è datto dal bund tedesco.
Noi possiamo quindi riferirci al future sul bund, e ci domandiamo quali siano, quindi, le prospettive di medio/lungo di questo strumento finanziario.

Consideriamo, innanzi tutto, un grafico di lungo termine delle quotazioni, che parte dal 1992, rilevando quanto segue.
Il trend rialzista di lungo termine è chiaramente individuato da due rette di un canale di ampie dimensioni.
Quella di supporto interseca i minimi di ottobre 1994 e gennaio 1995, mentre la retta di resistenza interseca il massimo di gennaio 1999 con la barra di agosto 2010, dal cui massimo è iniziato un trend discendente che dura tuttora.
All’interno di questo primo canale ne è inserito un secondo, sempre in ottica di lungo termine, la cui retta di supporto interseca numerosi minimi mensili a partire da ottobre 1996, mentre la retta di resistenza, di rimando, partendo dal massimo di gennaio 1999, ha poi intersecato i massimi del periodo giugno-settembre 2005 e quelli di gennaio e marzo 2009.
Le quotazioni del bund, quindi, dopo aver intercettato ad agosto 2.010, la prima retta di resistenza più esterna, quella che delimitava il primo e più ampio canale rialzista di lunghissimo termine prima descritto, hanno iniziato una consistente discesa, quasi ininterrotta, se consideriamo il time frame mensile, dando quindi un primo rilevante segnale di inversione di lungo.

La discesa ha quindi spinto le quotazioni, in questo mese, al di sotto della retta di resistenza più interna, dianzi descritta, che fungeva da supporto in area 121, così ulteriormente confermando una dinamica ribassista di lungo.

Tale impostazione trovava molteplici conferme da parte dei metodi di proiezioni di borsa.
Considerando, in primis, il Top or bottom, osserviamo che i massimi dell’agosto 2010 potevano essere previsti con largo anticipo, coicidendo con un setup multifrattale particolarmente rilevante, rappresentando una barra omissis sui time frame annuale, mensile e settimanale.
Si poteva quindi, con largo anticipo, individuare in quel setup un probabile top di inversione di lungo, come poi le quotazioni hanno ampiamente confermato.
Tale impostazione trovava poi conferme su indicatori algoritmici, come TC2 e FEI, settati su time frame di medio/lungo, mensile, trimestrale, annuale-

Ma quali sono le prospettive future?
Intanto, considerando proprio tali indicatori, notiamo che si trovano lontani da zone che, in passato, hanno rappresentato livelli corrispondenti ad inversioni del trend primario, circostanza che depone a favore di un proseguimento del trend ribassista di lungo.
Ed anche Top or bottom conferma su diversi time frame, dall’annuale sul time frame in corso, al trimestrale al mensile, tale dinamica.

Come se tutto ciò, peraltro, non bastasse, è intervenuto un importante segnale, nel mese di marzo, sul time frame mensile, da parte del Mountain method, a conferma del trend ribassista di lungo, mentre a gennaio sul time frame mensile abbiamo assistito al cedimento di un’onda wars di un certo rilievo in ottica di medio/lungo.

Ma fin dove dovrebbe spingersi il ribasso del bund?
Osserviamo, a tale riguardo, che le quotazioni hanno disegnato un canale ribassista di medio/lungo, che intersecherà le due rette di supporto di lunghissimo termine, descritte ad inizio articolo, e che consente, quindi, di proiettare due importanti setup spazio/temporali:
un primo lo troviamo in area 106 a novembre di quest’anno, ed un secondo in area 104 in un periodo compreso tra fine anno e primo trimestre 2012.
Se la velocità di discesa del trend continuerà a rispettare tale dinamica spazio-temporale, i due setup rappresenteranno i più probabili punti di approdo di tutto il trend discendente, iniziato lo scorso anno.

In ottica di top or bottom, quindi, in tal caso assisteremo ad una centratura del setup annuale o, in alternativa, ad una autocorrezione canonica del frattale.
Allo stato, possiamo comunque considerare il trend in corso destinato a durare almeno sino ai dianzi indicati setup, tranne segnalazioni di inversione sugli indicatori settati sui time frame di medio/lungo.

Per Informazioni