Ci sono delle regole da non seguire sull’esenzione IMU? Certo, a meno che non si voglia incorrere in pesanti sanzioni.
La domanda, o meglio la risposta a questa domanda, dev’essere sviluppata approfonditamente, perché più che sapere cosa fare, è utile sapere cosa evitare.
È ciò che analizzeremo in questa guida.
Esenzione IMU: cos’è esattamente
IMU è l’acronimo di Imposta Municipale Unica, e si applica quindi al patrimonio immobiliare del contribuente. Tassa invisa agli italiani, nel corso degli anni è stata più volte abolita per essere poi reintrodotta con altri nomi.
Ad oggi ci sono delle norme che la regolamentano, prime fra tutte quelle che riguardano proprio il contribuente.
Dove vive, dove risiede, di che tipo di agevolazioni può usufruire o al contrario quali sono le penali in caso di mancata ottemperanza?
A tal proposito si è espressa in un certo senso la Suprema Corte di Cassazione, e l’ha fatto con l’ordinanza numero 28534 del 15/12/20.
Ecco quindi, volendo approcciare in un modo molto pratico l’argomento, quali sono le regole da non seguire sull’esenzione IMU.
Ordinanza 28534: cosa afferma
Innanzitutto occorre specificare che l’ordinanza in oggetto si riferisce all’ICI, cioè alla vecchia Imposta Comunale sugli Immobili, poi sostituita dall’IMU.
Gli ermellini hanno affrontato il caso di due coniugi soggetti ad accertamento ICI per l’anno 2010.
Hanno quindi affermato che se un soggetto coniugato trasferisce la sua residenza nel comune di pertinenza di un immobile di proprietà, poi deve fisicamente coabitarci con l’altro coniuge.
Analogie con l’IMU: l’ordinanza che fa giurisprudenza
Per la legge, una sentenza su un certo argomento viene definita “sentenza che fa scuola”.
Ecco perché possiamo usare l’ordinanza sull’Ici ed estenderla all’IMU, dato che l’argomento di pertinenza è lo stesso.
La prima cosa che non si deve fare quindi, a proposito della possibilità di avere un’esenzione della tassa sulla prima casa, lo dice l’ordinanza citata.
Non si deve risiedere nel comune in cui si trova la prima abitazione, se poi di fatto non si vive fisicamente con il coniuge. Non si sta parlando di residenza vs domicilio del singolo, ma di nucleo famigliare.
Si è introdotto quindi un doppio vincolo, e cioè:
- proprietà dell’immobile in questione e residenza qui stabilita;
- dimora anagrafica del possessore dell’immobile e della sua famiglia nell’immobile in questione.
In quest’altro articolo, invece, abbiamo affrontato il caso del recupero dell’IMU fino a 5 anni.