Reddito di cittadinanza: sequestro per chi dichiara il falso

reddito di cittadinanza

Con l’ampliamento dei soggetti destinatari del reddito Crescita 2020, sono emerse alcune criticità su cui il governo e il Ministero del Lavoro stanno lavorando. La Cassazione ha dovuto ingaggiare una dura lotta contro le dichiarazioni fallaci di quanti non denunciano le entrate in nero. La mancata dichiarazione di entrate e la concomitante richiesta di sussidi statali verrà sanzionata con l’immediato sequestro della carta Postamat. Tacere entrate in nero farà scattare il sequestro della carta senza previo accertamento e verifica delle condizioni in cui versa il cittadino. Secondo il dettato della Cassazione, non spetta al cittadino scegliere cosa dichiarare e cosa tacere- Si è disposto pertanto il sequestro del reddito di cittadinanza ai dichiaranti il falso riguardi ai redditi percepiti.

 Il caso della coppia palermitana

Un reato di condotta: questa l’accusa mossa a due coniugi siciliani che percepivano il reddito di cittadinanza perché dichiaratisi disoccupati. In realtà, le indagini condotte dai Carabinieri hanno rilevato tutt’altro dal momento che il coniuge svolgeva attività di cuoco presso un locale. La richiesta della carta Postmat risale al 18 marzo 2019 e, a seguito delle indagini, il coniuge ha presentato una rettifica. Ha dichiarato di aver sottoscritto un contratto di lavoro temporaneo di durata semestrale. Dai verdetti della Cassazione è risultata la presenza di uno stipendio in nero “il cui effettivo ammontare è stato prima taciuto e poi artificiosamente diminuito”.

La coppia palermitana pertanto risponde di “dolo specifico” ed è stata punita con l’immediato sequestro del reddito di cittadinanza.

I requisiti per la carta Postmat

I requisiti per beneficiare del reddito di cittadinanza sono diventati più flessibili ed includono altre variabili.  Prima tra tutte la perdita dell’occupazione o di una misura previdenziale non soggetta ad Irpef da parte di un componente familiare. In secondo luogo figura il caso in cui si verifichi un decremento del reddito pari al 25%. Il numero dei richiedenti il supporto economico statale è cresciuto anche a seguito delle modifiche apportate al calcolo dell’Isee. Il Decreto legislativo 147/2017 ha sancito che si potrà calcolare l’Isee sui redditi del 2017 o del 2018. Viene pertanto lasciata al richiedente la facoltà di scegliere quale anno prendere come riferimento per la valutazione dei redditi. Ciò perché molti cittadini risultavano occupati un anno, ma disoccupati l’anno precedente e perciò esclusi dal sussidio statale.

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