L’attesa spasmodica ha dato i suoi frutti e adesso la svolta potrebbe essere a portata di mano. L’inflazione, il dato più atteso della giornata dai mercati americani, ma anche da quelli europei, ha dato buone notizie. Il dato dei prezzi al consumo USA al record da 40 anni, ha spinto Wall Street in avvio, per un inaspettato motivo. Ma oggi le Borse europee e quella italiana hanno rischiato il tracollo.
Inflazione ai massimi da 40 anni in USA
Le Piazze azionarie targate UE oggi hanno avuto una nuova seduta negativa. Tuttavia i risparmiatori possono tirare un sospiro di sollievo, perché poteva andare molto peggio. Infatti l’avvio delle contrattazioni è stato pessimo. I principali listini hanno aperto in profondo rosso, spinti al ribasso dalla pessima chiusura di Wall Street della seduta precedente. L’indice tecnologico Nasdaq ha chiuso la giornata di lunedì 11 aprile con un calo del 2,2%, trascinato al ribasso dai timori dell’inflazione.
L’inflazione in USA era il dato più atteso della giornata. Ma prima sono arrivati i dati dell’inflazione in Germania, cresciuta del 7,3% su base annua contro il 5,1% del mese precedente. Anche questo dato ha contribuito all’avvio negativo dei listini del Vecchio Continente.
Anche negli Stati Uniti, nel mese di marzo, l’inflazione è salita, dell’8,5% su base annua, al ritmo più forte dal gennaio del 1982. Tuttavia, ed è questa la novità positiva, la componente core dell’indice dei prezzi al consumo è salita su base annua del 6,5%. Questo dato è inferiore al 6,6% atteso dagli analisti. Su base mensile, sempre il dato core è cresciuto dello 0,3%, a un ritmo inferiore rispetto allo 0,5% atteso e allo 0,5% precedente.
Questi dati hanno indotto gli analisti a supporre che a marzo l’inflazione in USA abbia toccato il suo picco. Se ciò fosse vero è possibile che la Banca centrale americana possa attuare il rialzo del costo del denaro con maggiore gradualità. Questo inaspettato motivo ha spinto oggi Wall Street al rialzo in apertura, in particolare il Nasdaq. Ricordiamo che proprio i titoli tecnologici sono i più penalizzati dal rialzo dei tassi.
Questo inaspettato motivo ha spinto in avvio Wall Street ma Piazza Affari rischia il crollo zavorrata da questi titoli
La resilienza delle Borse europee, e in particolare di Piazza Affari, ha impedito che oggi i listini subissero una forte debacle. L’avvio in deciso ribasso ha fatto temere il peggio, ma alla fine della seduta le Piazze azionarie hanno chiuso con ribassi tutto sommato contenuti. Alla fine delle contrattazioni, l’indice Euro Stoxx 50 ha limitato il calo allo 0,2%. La Borsa tedesca ha perduto lo 0,5%, Parigi è calata dello 0,3%
e Londra dello 0,5%.
Piazza Affari cede lo 0,3% in finale di giornata. Ma in avvio di seduta i prezzi erano in calo di un punto e mezzo percentuale. Il Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB) ha terminato a 24.667 punti. Il listino è stato zavorrato ancora una volta dalle banche. Oggi Unicredit e BPER Banca sono stati i titoli peggiori tra le blue chip, con ribassi superiori al 3%.
Tra i titoli migliori da segnalare Tenaris, in rialzo di oltre il 3% e Leonardo, in crescita del 2,7%. Ferrari ha guadagnato circa il 2,5%. L’azione ha chiuso a 206 euro. Per gli analisti di una importante banca europea il titolo dovrebbe valere 255 euro, circa il 23% in più della chiusura odierna.
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