Con il primo timido sole di primavera, il desiderio di un fine settimana fuori porta si fa più forte. Quando la pandemia ci darà respiro, poco distante dalla Costiera Amalfitana e con costi più contenuti, il Cilento potrebbe essere una meta perfetta.
Può accontentare anche i gusti dei più esigenti grazie alla varietà dei suoi paesaggi, alla ricchezza di mete culturali ma soprattutto per la buona cucina. La gastronomia cilentana vanta tanti prodotti tipici, DOP ed IGP. Uno di questi è sua maestà il carciofo anche detto “Tondo di Paestum”. Questo delizioso prodotto non può mancare sulla nostra tavola soprattutto a Pasqua!
Un po’ di storia
Il Carciofo Tondo di Paestum, è una varietà di Carciofo Romanesco violaceo e senza spine tutelato e promosso dallo specifico Consorzio riconosciuto con Decreto del Presidente della Repubblica nel 2012.
Deve il suo nome alla caratteristica forma tondeggiante delle infiorescenze (capolini), compatte e prive di spine nelle brattee. Tali caratteristiche qualitative lo hanno reso particolarmente famoso e ambito dai consumatori. Nonché riconosciuto ormai come una prelibatezza tutta campana.
La storia della sua coltivazione risale al tempo dei Borboni. Pare che se ne sia riscontrata la presenza nella zona di Evoli (Eboli) e Capaccio già nel 1811. La sua coltivazione però si inizia a diffondere nel Cilento solo tra il 1929-30. Grazie alle opere di bonifica e di trasformazione agraria seguite alla riforma fondiaria, alcuni agricoltori del napoletano realizzarono le prime coltivazioni specializzate di carciofo, impiantandone “carducci” di suoi ecotipi in prossimità dei Templi di Paestum.
Oggi le tecniche per la sua coltivazione sono molto complesse e sono state elaborate nel corso di decenni dagli agricoltori della Piana del Sele per garantire una produzione abbondante. Garantiscono un prodotto dalle straordinarie qualità organolettiche.
Il Carciofo Tondo di Paestum
Il suo sapore dolce, le foglie grandi, spesse e tenere e l’assenza di spine lo hanno reso famoso al punto da meritarsi il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (IGP) nel 2005.
È diventato col passare del tempo, la coltivazione più importante della Piana del Sele. Ed è richiestissimo anche all’estero.
Inoltre, diversamente dagli altri carciofi romaneschi, reperibili solo a ridosso dell’estate, il Tondo di Paestum è pronto molto prima. La sua massima produzione va dal mese di novembre fino al mese di giugno e il raccolto da febbraio a maggio.
Ha proprietà drenanti e purificanti, nonché un alto valore nutrizionale fornito delle vitamine A e D. Oltre a un importante contenuto di calcio.
Il sapore intenso di cui è dotato lo rende poi molto versatile. Le foglie sono abbastanza tenere da poter essere mangiate anche crude. Ma cotto, fritto, arrostito, nella pizza, in crema, con la pasta o utilizzato per preparare un amaro, qualsiasi sia la preparazione scelta, contribuirà a rendere il piatto eccezionale. Questo delizioso prodotto non può mancare sulla nostra tavola soprattutto a Pasqua.
Qualche consiglio
Per accertarci che siano freschi e di buona qualità, basterà controllare che siano sodi e privi di macchie. È sempre meglio sceglierli un po’ più piccoli con le punte ben chiuse, saranno certamente più teneri.
Altra cosa importante da ricordare è che del carciofo non si butta via nulla! Cliccando questo link i nostri affezionati Lettori potranno scoprire come utilizzarne gli scarti in tanti modi diversi