Questa ricetta sorprendente e semplicissima parla due dialetti diversi e unisce mare e terra in un mix fusion di sapore

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Ci capita spesso di cercare una ricetta che sia semplice, gustosa, rapida e ricca di storia. Meglio se è in grado di stupirci con abbinamenti insospettabili che ci possano far fare bella figura. Magari una fusione tra ingredienti che per qualche motivo storico sono venuti a contatto e che si sposano perfettamente.

Questa ricetta sorprendente e semplicissima parla due dialetti diversi e unisce mare e terra in un mix fusion di sapore. Come se non bastasse ha un’origine molto interessante, perché riguarda una parte della nostra storia fatta di mercanti e viaggi per il Mediterraneo.

Un pezzo di Genova in Sardegna

Si tratta di una ricetta tipica dell’isola di Carloforte, nel sud ovest della Sardegna. In questo luogo, sarà sorprendente per molti, si parla un dialetto ligure. Frutto di epoche movimentate di viaggi di mercanti. La comunità ligure in questione si era spostata secoli fa da Pegli fino a Tabarca, un isolotto presso la Tunisia. La ragione era il commercio del corallo. Poi nel 1738, esaurita la preziosa risorsa, queste centinaia di famiglie trovarono ospitalità presso l’isola in cui sorge Carloforte. Il mix di sapori sardo, africano e ligure che ne è derivato, ha dato inizio alla cucina tabarchina.

Ecco allora che preparare la calamarata alla carlofortina significa unire gli ingredienti forti di queste tradizioni, in particolare il buonissimo tonno sardo e il leggendario pesto genovese. Ecco come realizzare questo piatto squisito in pochissimi passaggi.

Questa ricetta sorprendente e semplicissima parla due dialetti diversi e unisce mare e terra in un mix fusion di sapore

Per fare questo pieno di sapori rapidissimo per quattro persone bastano circa 4 etti di tonno fresco, due manciate di pomodorini, del peperoncino fresco, una cipolla, tre dita di vino bianco e pecorino sardo (oltre agli ingredienti del pesto, per chi lo volesse preparare a mano).

Assicuriamoci di aver pulito il tonno fresco e di tagliarlo in piccoli cubetti. La pelle, giova ricordarlo, deve essere tolta. Nel soffritto di olio, cipolla (in molti la preferiscono rossa) e peperoncino, dobbiamo aggiungere i pomodorini tagliati in quattro e procedere per qualche minuto sul fuoco. Sul peperoncino è consigliata precauzione se non siamo grandi amanti degli effetti, ma ricordiamo che il pesto sarà piuttosto avvolgente. Al soffritto si aggiungono poi i cubetti di tonno, magari sfumando con tre dita di vino bianco. Non esageriamo con la cottura, il tonno è delicato e potrebbe bruciare. L’obiettivo è mantenerlo morbido.

A questo punto possiamo occuparci del pesto, mentre cuoce la pasta. A noi la scelta se prepararlo su mortaio o acquistarlo già preparato. Se lo prepariamo in casa, oltre a ricordare che servono circa 40 grammi di pinoli per 4 persone, ricordiamo di aggiungere il pecorino sardo al parmigiano. Ricordiamoci che il punto di forte di questa composizione è infatti lo straordinario mix fusion di sapori.

Le fasi conclusive

Una volta scolata la calamarata, tipo di pasta ideale per permettere questa fusione, terminiamo la cottura nella padella contenente il soffritto, il tonno e i pomodorini. Il trucco della nonna suggerisce di aggiungere un mestolino di acqua di cottura per amalgamare al meglio. Infine, possiamo aggiungere il pesto e ritoccare con una spolverata di pecorino.

Il piatto è un salto nella tradizione e una fusione interessantissima. Se vogliamo ulteriormente arricchire il pesto, ecco un consiglio utile per rafforzarne l’intensità. Inoltre, per chi volesse provare qualcosa di alternativo, ecco il succulento condimento alternativo che sta facendo impazzire tutti.

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