Questa è l’ora più buia per la nostra Nazione

ProiezionidiBorsa

Mutuo il titolo di questo articolo da una trasmissione televisiva di ieri, a sua volta ripreso da un film, che illustra la grave situazione dell’Inghilterra in guerra contro i tedeschi, durante il secondo conflitto mondiale, nella fase che vide l’ascesa al ruolo di premier di Winston Churchill.

Ora pare essere arrivata la nostra ora più buia, secondo molti opinionisti.

Ma è realmente così?

Da un certo punto di vista, politico ed istituzionale, probabilmente ci sono stati periodi peggiori, come durante il rapimento Moro.

Mentre dal punto di vista finanziario vengono in mente altre crisi, come quella che si trovò, a suo tempo, ad affrontare il governo Amato.

Anche lo scontro tra istituzioni si è già visto, con ipotesi di impeachment del presidente in carica.

Come ai tempi di Cossiga e di Leone.

Qualcuno potrebbe però domandarsi se questa sia almeno l’ora più buia della fase attuale, per poi vedere nuovamente arrivare il sereno.

E’ così?

E’ possibile?

In realtà, nonostante ieri abbia cercato di spiegare alcuni meccanismi, economici ed istituzionali, ancora molto resta da chiarire.

Preferisco suddividere, quindi, i seguenti argomenti:

  • I titoli di stato sono previsti verso un possibile default?
  • Perché la crisi ora, e non durante le consultazioni?
  • Il famoso piano b.
  • Ancora sui poteri del presidente della repubblica.

Ipotesi default:

nel caso in cui i mercati prevedano effettivamente un default, o comunque una grave situazione, per cui s’incrementa notevolmente la probabilità di mancato pagamento di cedole o capitale di un determinato emittente, invertono la curva dei rendimenti.

Questo significa che le scadenze più brevi rendono più di quelle a medio/lungo, come invece solitamente si verifica.

E questo si verifica perché più in là nel tempo è possibile che le cose si sistemino, mentre a breve i flussi rendono più problematica la sostenibilità del debito.

Ecco, quindi, che la normale logica per cui a maggior scadenza equivale rischio maggiore si inverte.

Ed ecco un classico esempio di questo fenomeno, di curva invertita, quella relativa ai titoli di stato argentini:

Questo indicatore risulta decisamente più attendibile che non lo spread o i cds, credit default swap, per proiettare situazioni in cui i mercati prevedano dei default.

Analoga configurazione, ad esempio, aveva assunto la curva dei titoli di stato greci ai tempi del conflitto tra Tsipras ed istituzioni europee.

Ed ora, come è messa quella italiana?

Come notiamo, a parte un tratto appiattito tra i 2 ed i 3 anni, la curva resta ancora positivamente inclinata, ben lontana, quindi, dalla situazione argentina o dalla curva a suo tempo negativamente inclinata della Grecia.

Al momento, quindi, pare in atto più una dinamica speculativa, che un vero convincimento relativo a presunti problemi di tenuta del nostro debito pubblico.

Certo, le cose nel tempo possono modificarsi, ma nel caso in cui i mercati realmente prevedessero effettive difficoltà, avremmo dovuto assistere ad una più copiosa vendita delle scadenze a breve, tali da portare la curva rapidamente in negativo, situazione al momento ancora non realizzatasi.

Ma perché la crisi non è scoppiata durante le consultazioni?

Durante le precedenti consultazioni erano state ventilate ipotesi di tutti i tipi: governopd-5 stelle, governo lega-5 stelle, governo istituzionale senza fiducia.

E quindi, perché, nonostante ora sia ritornato in auge il governo Cottarelli, un esecutivo tecnico, peraltro incentrato sulla figura di chi attento alla spesa pubblica, la fase speculativa continua?

In realtà, questo punto si salda alla questione del perché è nata la contrapposizione con Savona.

Il fatto è che Savona ha praticamente evidenziato come esista la possibilità di un piano b.

Ma in cosa consiste questo piano b?

Non è la prima volta che si sente parlare di un possibile piano di uscita dall’eurozona, di natura più o meno segreta.

Il fatto che ne abbia esplicitamente parlato un candidato a ministro dell’economia ha allertato i mercati.

Ora questi ultimi temono che esista un piano effettivamente già concreto per consentire tale esito, e che potrebbe essere realizzato da altri.

Pertanto, a fronte dell’ormai scontata mancata fiducia a Cottarelli, temono che dopo una fase elettorale, tornino al governo spinte in tal senso.

In realtà si tratta solo di un’ipotesi fatta propria da una parte del mercato, non certo quella maggioritaria, perché se così fosse, ripeto, la curva italiana dei rendimenti avrebbe conosciuto un vero e proprio crollo soprattutto sulle scadenze a breve, tale da portare la curva in negativo, quindi una dinamica più speculativa, che altro.

Infine, proprio questo tema del piano b consente, se ancora ce ne fosse bisogno, di ripetere la totale inattendibilità relativa a tesi di impeachment.

Espressamente, in più articoli, la costituzione evidenzia come il nostro ordinamento sia soggetto a determinati vincoli di diritto internazionale (in particolare articoli 10 e 117 cost.).

Pertanto, fin tanto che non si formalizza una ipotesi di modifica costituzionale, anche sotto tale profilo il presidente ha l’obbligo di tutela di queste norme, contraddicendo ipotesi in senso opposto.

Ma esiste un altro importante rilievo costituzionale.

Dal momento che il governo deve ottenere la fiducia, questo voto si deve esprimere in relazione ad un programma apertamente palesato alle camere, dovendosi evitare ipotesi di una parte del programma segreto, e su cui camera e senato non abbiano invece potuto esprimersi.

E l’ormai famoso art. 92 dice espressamente che il presidente nomina i ministri…

Se la scelta discrezionale di un ministro fosse solo del premier incaricato, è evidente che allora non servirebbe a nulla la nomina da parte del presidente della repubblica.

Tanto valeva scrivere in quell’art. 92 che il premier incaricato nomina i ministri, non il presidente della repubblica, ma talora quello che pare evidente, senza neppure necessità di essere costituzionalisti di professione, non è tale per tutti.

Nel momento in cui scrivo, il grafico dello spread pare comunque approdare su una fascia di resistenza orizzontale, in modo da creare la possibilità di una fase distributiva, rispetto ai livelli del 28 maggio, mentre le quotazioni del btp future hanno raggiunto in prezzo e tempo un target, sul btp future, proiettato dal mio metodo Magic box.

Vedremo se sarà sufficiente a sviluppare un’inversione rialzista.

Comunque sottolineo, ancora una volta, che anche lo studio storico e statistico di altre situazioni (una su tutte la curva dei rendimenti dei titoli di stato greci) evidenzia come i mercati, se credono alla reale possibilità di un default, esprimano dinamiche diverse.

 

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