Quasi nessuno sa che l’abuso di questi farmaci potrebbe aumentare il rischio di morte prematura

assunzione farmaci

Un italiano su 2 assume farmaci quando non dovrebbe. Questo dato poco rassicurante diventa ancora più pericoloso se pensiamo ad una semplice verità. Alcuni farmaci, se assunti in modo sbagliato, non risolvono i problemi ma possono causarne altri, ancora più gravi.

Molti di noi assumono quotidianamente farmaci. È fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni della propria cura farmacologica, quando il medico la prescrive. I farmaci, infatti, hanno il grande potere di allungarci la vita e di farcela vivere al meglio, nonostante i problemi di salute.

Ciò che, invece, è profondamente sbagliato è utilizzare farmaci quando non se ne ha il reale bisogno. Basti pensare che uno studio ha evidenziato tassi di mortalità maggiori in chi assume spesso questi farmaci molto diffusi.

Quasi nessuno sa che l’abuso di questi farmaci potrebbe aumentare il rischio di morte prematura

Si tratta dei prazoli, i rimedi più utilizzati per il trattamento di ulcere, gastriti e reflusso. Molte persone oggigiorno soffrono di queste patologie, i cui sintomi sono molto simili a quelli del tumore allo stomaco.

Per risolverli, molte persone assumono gli inibitori di pompa protonica, noti anche come “prazoli”. L’efficacia di questi rimedi è indubbia, anche se il rischio di abusarne è molto alto. Come riporta uno studio pubblicato sul sito di Fondazione Veronesi, l’assunzione in quantità troppo elevate di questi medicinali potrebbe causare il rischio di morte prematura.

Il pericolo aumenta in questi casi

Lo studio mette in luce che il rischio di mortalità aumenterebbe sempre di più all’aumentare del periodo di terapia, senza contare un dato ancora più preoccupante. Dallo studio è emerso che il rischio di morte cresceva tra le persone che assumevano questi farmaci senza aver ricevuto un’indicazione specifica dal proprio medico.

Bisogna sottolineare che i pazienti studiati durante la ricerca e che assumevano questi farmaci erano perlopiù anziani, con problemi come ipertensione e diabete. Alcuni di loro erano affetti anche da malattie del cuore (e a tal proposito ricordiamo che è stato svelato il segnale premonitore che il nostro corpo ci manda 30 giorni prima dell’infarto).

Questi aspetti sono importantissimi, soprattutto se consideriamo che potrebbero aver inciso profondamente sulla morte dei pazienti. Nonostante questo, secondo gli esperti ciò non è comunque sufficiente per giustificare queste morti. Il problema è che quasi nessuno sa che l’abuso di questi farmaci potrebbe aumentare il rischio di morte prematura. Ed ecco perché le cure non dovrebbero mai superare i limiti che andremo a specificare.

I limiti della cura

L’assunzione di inibitori della pompa protonica, quando necessaria, salva la vita, ed è quindi fondamentale. In ogni caso, la cura non dovrebbe durare oltre le 4 settimane consecutive. Ricordiamo di consultare sempre uno specialista prima di iniziare qualsiasi cura farmacologica.