A cura di Gian Piero Turletti,
autore di Magic Box in 7 passi e di PLT
Affronto in questo articolo un tema, che ritengo fondamentale per qualsiasi analisi di borsa.
Solitamente si parla di analisi tecnica, analisi fondamentale, e via dicendo.
Ma il fatto è che non esiste tanto l’analisi, in quanto tale, ma le tecniche di analisi.
Cosa intendo dire?
Che esistono diversi modelli di analisi, non sempre concordi nel delineare uno scenario di mercato, e per avere una visione più completa è spesso opportuno considerarne più d’uno, anche al fine di constatare la divergenza o convergenza tra scenari diversi.
Possiamo ad esempio applicare tale metodologia all’azionario USA, mettendo a confronto i seguenti modelli applicati allo S & P 500:
- media storica
- modello ciclico
- modello anticipatore economico
- modello econometrico.
Ma procediamo con ordine e valutiamo le analisi conseguenti ai diversi modelli, partendo dalla media storica.
Qui per media storica intendiamo il comportamento dei prezzi, desunto da particolari periodi presi come campioni statistici.
Non sto a ripubblicare il relativo grafico, perché lo potete già trovare in altre analisi.
Si tratta dell’ormai famoso frattale di proiezionidiborsa, che prevede una fase di rialzo a partire da fine giugno, per chiudere su prezzi più elevati la restante parte dell’anno.
Modello ciclico: è possibile considerare, sul lungo termine, il seguente grafico:
Il grafico è da intendere non necessariamente considerando il prezzo, ma soprattutto il tempo.
Questo significa che lungo la fase discendente potrebbe anche verificarsi una sostanziale lateralità, oppure una fase rialzista, di troncatura ciclica, fino al successivo rilevante setup, dove dovrebbe ripartire un nuovo ciclo.
Sinora, quindi, in base ai due modelli proposti, possiamo avere situazioni diverse, sia in un senso che nell’altro.
Modello anticipatore economico: questo modello afferma che la borsa segue, dopo qualche tempo, un indicatore appunto anticipatore, la curva dei rendimenti.
Ribassando, se la curva si è invertita in senso negativo, rialzando, in caso di passaggio ad inclinazione positiva, e via dicendo.
Come abbiamo già detto in precedenti analisi, la curva dei rendimenti USA si è appiattita, come da grafico seguente:
E l’indice S & P 500 si è parimenti appiattito.
Infine, consideriamo un modello econometrico, basato sul rendimento del titolo di stato decennale.
Tale modello somma un premio per il rischio del 5 per cento, al rendimento del decennale.
Quindi è sufficiente dividere il numero uno per tale tasso, espresso in forma decimale, e si ottiene, come fair value, il p/e di equilibrio dell’indice.
Attualmente il rendimento decennale è pari a 2,95, cui aggiungendo un premio del 5 per cento, si arriva a 7,95.
Quindi 1/0,0795=12,57.
Attualmente il p/e dello S & P 500 si aggira intorno ad un p/e di 24,6.
Ecco perché taluni analisti ipotizzano ribassi anche consistenti, in ottica di ritorno su valori di maggior equilibrio.
Sintesi: volendo operare una sintesi delle indicazioni provenienti da tali modelli di analisi (senza considerarne altri, per non complicare la situazione), possiamo dire che le indicazioni non sono omogenee.
Si va da possibili proiezioni rialziste, ad indicazioni decisamente ribassiste.
La sintesi potrebbe benissimo essere rappresentata da un movimento di lateralità, di appiattimento, come pare emergere anche dalla curva dei rendimenti.
Probabilmente tale lateralità potrebbe continuare, almeno sin tanto che non venga violata una delle due seguenti soglie spartiacque:
2801 resistenza
2532 supporto.
Meglio se la rottura viene confermata da una chiusura superiore alla resistenza, o inferiore al supporto, almeno settimanale.