Al ritorno delle ferie, un controllo ai propri risparmi è alquanto doveroso. Da tempo, infatti, i rendimenti sono in costante discesa mentre l’inflazione sale. Avere soldi fermi sul conto (quelli eccedenti le spese ordinarie e previste) è diventato quasi un “lusso”.
Ma per l’investitore in prodotti a garanzia dello Stato, quanto si guadagna con 10.000 euro investiti in buoni fruttiferi postali o BTP a 10 anni?
I punti in comune
In entrambi i casi si tratta di strumenti che danno la certezza del capitale, in quanto godono della garanzia di Stato.
Tuttavia, questa sicurezza è assoluta (cioè dal primo a un qualunque giorno di maturazione del prodotto) solo per i buoni fruttiferi postali (BFP).
Per i bond, invece, la certezza del capitale è solo a scadenza. Durante il periodo di maturazione, l’eventuale vendita anticipata può dare vita a un guadagno extra o a una perdita. Tutto dipende dal prezzo di acquisto (ad esempio 100) e quello di vendita sul mercato secondario (ad esempio a 105 come pure a 95).
In entrambi i casi i guadagni sono tassati solo al 12,50% (si pensi che ad esempio gli interessi attivi sul c/c subiscono una ritenuta fiscale del 26%).
Ancora, BFP e BTP non applicano l’imposta di successione, mentre sui BFP abbiamo visto che si applica l’imposta di bollo.
In ultimo diamo uno sguardo ai costi di acquisto, di gestione e rimborso dei rispettivi strumenti. I prodotti postali non prevedono niente di tutto ciò, nel senso che non grava alcun costo sui risparmiatori.
Diverso invece il caso dei BTP. Non sono previste commissioni all’intermediario, solo se il titolo è comprato in asta (in questo caso è il Tesoro che paga chi colloca i suoi titoli). Poi per il resto è bene informarsi dal proprio intermediario quali sono tutti i costi relativi a tali strumenti.
Quanto si guadagna con 10.000 euro investiti in buoni fruttiferi postali o BTP a 10 anni?
Vediamo a questo punto come regolarci tra buoni e titoli, anticipando che non esiste una risposta che sia valida per tutte le casistiche. Proviamo a sintetizzare e a semplificare al massimo.
Se per il risparmiatore è determinante la certezza del capitale in qualunque istante, la scelta dovrebbe ricadere sui BFP. Essi prevedono sempre interessi fissi, positivi e crescenti (step-up) al loro tempo di possesso.
In particolare, ecco quanto rendono 10.000 euro investiti in BFP a lungo termine.
Per chi, invece, è guidato dalla ricerca del rendimento, sul medio-lungo periodo vincono i bond. Fino a 5 anni di scadenza circa, infatti, i rendimenti sui titoli di Stato sono negativi, poi crescono all’aumentare della loro vita residua. Sulla scadenza a 10 anni, oggi rendono all’incirca lo 0,59%.
Infine, (solo) per i risparmiatori evoluti e con elevata propensione al rischio, la scelta ideale è quella dei BTP. Se ben gestiti, infatti, offrono la possibilità di disinvestire anzitempo rispetto alla scadenza prevista, e quindi (eventualmente) di speculare anche sui prezzi di mercato.
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