Quanti soldi si possono versare sul libretto postale di un minore?

risparmio gestito

Quanti soldi si possono versare sul libretto postale di un minore? Alcuni ragazzini posseggono un libretto postale su cui nonni e genitori hanno depositato soldi, ma quanti soldi si possono versare su questo prodotto finanziario? Ci sono dei limiti di versamento che non si possono superare o si può usare il libretto nominativo per accantonare somme di denaro consistenti? Ci si pone simili interrogativi dal momento che si tratta di un libretto di risparmio esclusivamente destinato a intestatari non ancora maggiorenni.

In un altro articolo abbiamo infatti risposto alla domanda di risparmiatori ormai adulti che si chiedono “Quanti soldi si possono tenere sul libretto postale?”. Adesso verifichiamo in una manciata di minuti se esiste un limite di deposito e quanti soldi si possono versare sul libretto postale di un minore. Sul portale ufficiale di Poste Italiane si legge che i Libretti nominativi speciali hanno l’obiettivo di insegnare ai più piccoli a gestire i risparmi. Spesso accade che i libretti per minori siano cassette di sicurezza in cui i parenti accumulano denaro per le esigenze future di figli e nipoti.

Quanti soldi si possono versare sul libretto postale di un minore?

Poste Italiane offre ai giovani risparmiatori tre diversi prodotti finanziari a seconda dell’età. Per i bambini di età compresa tra 0 e 12 anni esiste il libretto “Io Cresco”. Per i ragazzi fra i 12 e i 14 anni il libretto “Io Conosco” e per quelli di età compresa fra 14 e 18 anni “Io Capisco”. I tre differenti libretti garantiscono margini di autonomia sempre più elevati in proporzione all’aumento dell’età del minore titolare del libretto.

Il limite massimo di versamento che si può effettuare sul Libretto per minori ammonta a 15mila euro. I tre libretti per minori consentono quindi il deposito di somme non superiori a 15mila euro a prescindere dalla fascia di età. A disciplinare i termini del contratto interviene l’articolo 5 del Decreto legislativo n. 269 del 2003 che così recita: “non è consentito fare versamenti di cui al comma 1 che determinino un saldo contabile superiore all’importo di 15mila euro”.

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