Quanti anni di contributi INPS servono per andare in pensione a 61 anni?

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Chi lavora ormai da tempo si chiede quanti anni di contributi INPS servono per andare in pensione a 61 anni. Valuteremo pertanto le diverse opzioni e i canali di pensionamento possibili per i lavoratori che desiderano smettere definitivamente di prestare servizio. Il desiderio di andare in pensione diventa pressante soprattutto quando vengono meno le energie per affrontare la fatica e lo stress. In altre circostanze  invece gli impegni professionali diventano un peso insostenibile se entrano in gioco problemi familiari o patologie che compromettono lo stato di benessere.

A desiderare maggiormente l’arrivo dell’età pensionabile sono soprattutto le lavoratrici che col passare degli anni avvertono sempre più il carico di lavoro. La giornata lavorativa di una donna solitamente non finisce nel momento in cui lascia la sede del lavoro, ma prosegue fra le mura domestiche. Tuttavia risulta possibile anticipare di qualche mese o anno l’abbandono dell’impiego per dedicarsi unicamente alla cura della famiglia. La Redazione ha già risposto alle lavoratrici che chiedevano “Come possono andare in pensione anticipata le donne nel 2021?”. Anche gli uomini possono ritrovarsi nella condizione di voler smettere di lavorare e di dedicarsi ad hobby e passioni. Analizziamo dunque quali opportunità previdenziali esistono e quanti anni di contributi INPS servono per andare in pensione a 61 anni.

Quanti anni di contributi INPS servono per andare in pensione a 61 anni?

Sebbene possa sembrare un’età precoce per il pensionamento è attualmente possibile ricevere un trattamento previdenziale a 61 anni. Ne hanno diritto anzitutto i contribuenti che svolgono professioni usuranti e che spesso svolgono servizio di notte. L’età di accesso alla pensione per i lavoratori che svolgono attività usuranti o turni di notte coincide con il compimento di 61 anni e 7 mesi.

Il montante contributivo necessario ammonta invece ad almeno 35 anni di contributi. Ancor prima dei 61 anni e nello specifico a 58 o 59 anni possono inviare richiesta di pensionamento le lavoratrici che posseggono un’anzianità contributiva di 35 anni. Si tratta del canale di pensionamento che offre Opzione Donna, una misura previdenziale che tuttavia prevede margini di perdita economica sugli assegni pensionistici. Sempre all’età di 61 anni possono percepire ratei previdenziali i lavoratori invalidi all’80% in possesso di una contribuzione pari a 20 anni. Ulteriore possibilità di abbandonare l’impiego a 61 anni spetta ai lavoratori precoci in possesso di almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni di età.

La totalizzazione

Per ottenere il riconoscimento della pensione anticipata precoci occorrono 41 di anzianità contributiva per cui chi li possiede può anticipare l’uscita a 61 anni. Allo stesso modo riesce ad andare in pensione a 61 anni chi matura il diritto alla pensione anticipata avendo già più di 41 anni di contributi. Nello specifico, gli uomini devono poter vantare il possesso di un montante di 42 anni e 10 mesi, mentre per le donne sono sufficienti 41 anni e 10 mesi.

Per chi si interroga relativamente a quanti anni di contribui INPS servono per andare in pensione a 61 anni esiste un’ulteriore risposta. Il lavoratore che intende accedere alla pensione di anzianità a 61 anni può infatti richiedere la totalizzazione della propria storia assicurativa. Si tratta di una strategia che consente di unire e far valere ai fini pensionistici il cumulo di contributi provenienti da diverse casse. Se grazie all’accredito di contribuzione presso gestioni previdenziali diverse accumula almeno 41 anni di contributi ha l’opportunità di anticipare la pensione a 61 anni.